2009-02-27 15:16:15

Quaresima e crisi economica: la riflessione di Giorgio Vittadini


Incontrando ieri i parroci romani, il Papa ha parlato delle ragioni profonde dell’attuale crisi economica, denunciando l’idolatria del denaro. La Quaresima, appena iniziata, con il suo invito alla conversione, cade proprio in un momento critico per la situazione mondiale, ma che può essere foriero di sviluppi positivi come afferma Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, al microfono di Luca Collodi:RealAudioMP3

R. – Quaresima vuol dire anche conversione, cambiamento, necessità del cambiamento per arrivare alla Pasqua. Io penso che in questo caso, per chi crede ma anche per chi non crede, crisi possa voler dire cambiamento e conversione, cioè necessità di andare al fondo di noi stessi per poter affrontare condizioni più difficili. Negli anni di maggior crisi ci può essere una sfiducia, un abbandono, ma si può essere spinti a cambiare per rendere migliore le condizioni proprie e degli altri. Io penso che questo sia ciò che connette questa Quaresima a questo momento, non solo in termini spirituali ma anche in termini materiali.
 
D. – Riportare la spiritualità nell’economia, nel mondo del lavoro, può essere un segno di questa Quaresima, un proposito di questi giorni che ci separano dalla Pasqua?
 
R. – Sì, soprattutto se con spiritualità noi intendiamo riportare l’idea dell’uomo nella sua integralità. La risorsa umana è il fattore dello sviluppo. C’è una teoria importante in economia che è la teoria del capitale umano. Prima ancora di parlare di capitale umano e di risorse umane, parliamo dell’io. In questi anni di "orgia finanziaria", di separazione dell’economia dall’esperienza umana e cristiana, si è teorizzato che non serviva quest’uomo integrale con le sue dimensioni, con le sue relazioni, serviva un uomo a metà. Adesso si capisce che non sta in piedi, perché questo uomo a metà non in grado di superare la crisi, non è in grado di avere né l’intelligenza né la volontà di far questo. Riportare la spiritualità al centro della vita economica e pensare che in un’azienda non c’è uno con cui scambiare un salario, ma c’è una persona che quanto più vive di ideali, di religione, di famiglia, di valori sociali tanto più è utile e capace di lavorare. Questo è il vero grande cambiamento che ci aspetta e di cui si parla poco.
 
D. – Dobbiamo dire che questa Quaresima trova il sistema, il mondo del lavoro o dell’economia, ma soprattutto l’uomo, pessimista...
 
R. – L’uomo è pessimista di fronte a se stesso se non sente il desiderio grande di vita che ha e soprattutto se i cristiani non testimoniano quella novità di vita che è la presenza di nostro Signore che è verificabile nella realtà. Se noi non diamo il segno, non tanto di un ottimismo, ma soprattutto del realismo positivo di questa vittoria sul mondo che segna la Pasqua, se noi non facciamo tale cammino per recuperare questo, è chiaro che intorno a noi la gente può essere pessimista e poi non capisce più cosa è la vita, cosa è il lavoro e altro.
 
D. – Come vivere questa Quaresima guardando concretamente alle preoccupazioni della vita quotidiana?
 
R. - Usare tutte le possibilità che abbiamo per rendere migliore la nostra condizione e quella degli altri. Non ridursi a chiedere che qualcun altro faccia il nostro dovere, il nostro compito. Mettersi insieme per trovare risorse, recuperare lo spirito associazionistico, lo spirito di appartenenza alla vita della Chiesa e guardare intorno a noi quelli che hanno bisogno per costruire con loro risposte di breve e di lungo periodo. E’ il momento dell’azione, della responsabilità, è il momento del compito, non è certo il momento del pessimismo e del tirarsi indietro.
 
D. – Per i più sfiduciati queste potrebbero suonare soltanto come parole vuote, vane...
 
R. - E’ chiaro che se queste sono parole non servono a niente ma se c’è una presenza reale delle comunità cristiane allora queste sono parole accompagnate dai fatti. Non possiamo mai separare l’insegnamento dall’azione e quello di cui c’è bisogno è, per esempio, una Chiesa viva che sia concretamente a fianco dei più poveri mostrandogli che c’è qualcuno che pensa a loro e che ama la loro vita. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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