Sri Lanka: campagna del governo contro lo sfruttamento dei bambini soldato
Il governo di Colombo ha promosso una campagna nazionale contro lo sfruttamento dei
bambini soldato. Il presidente Mahinda Rajapaksa, illustrandone ieri i contenuti,
ha affermato che essa è “necessaria per prevenire il reclutamento dei bambini e nel
contempo liberare quelli già assoldati e brutalizzati”. L’impiego dei adolescenti
nel conflitto tra le forze governative e le Tigri Tamil (Ltte) - riferisce l'agenzia
AsiaNews - è un argomento su cui le due fazioni si sono scambiate reciproche accuse
più volte. Anche la comunità internazionale ha messo in guardia in diverse occasioni
l’esercito di Colombo e i ribelli tamil dall’utilizzare bambini soldato. Di recente
l’Unicef ha affermato che l’Ltte ha intensificato l’opera di reclutamento negli ultimi
mesi e diramato alcuni dati secondo cui, dal 2003 al 2008, i ribelli hanno arruolato
con la forza almeno 6mila adolescenti. Le cifre fornite dall’agenzia dell’Onu confermano
quanto denunciato più volte da diverse organizzazioni della società civile dell’isola
e dalle varie Chiese cristiane dello Sri Lanka. Facendo riferimento ai dati Unicef,
il governo di Rajapaksa accusa i ribelli di aver istituito una vera e propria “Baby
brigade” e parla di 6288 ragazzi sotto i 18 anni arruolati dal Ltte sino al dicembre
2008. Le Tigri tamil rispondono a Colombo dichiarando di aver fatto tornare a casa
oltre 2mila adolescenti presenti tra le proprie fila e accusa l’esercito di avere
reclutato a sua volta minorenni costituendo anche brigate paramilitari. La Chiesa
cattolica e le organizzazioni della società civile del Paese affermano che il 60%
dei combattenti di entrambe le fazioni coinvolte nel conflitto è costituito da ragazzi
dall’età media di 16 anni. (R.P.)