2009-02-25 12:26:48

Messaggio del Papa alla Chiesa brasiliana per la Campagna della solidarietà: lavorate per una società riconciliata e capace di condividere i beni


Una benedizione di pace e prosperità per tutto il Brasile, perché riscopra all’inizio della Quaresima che non è tanto una maggiore condivisione dei beni, pur necessaria, a dare senso alla vita, ma la lotta contro ogni forma di male, il desiderio di fraternità e condivisione e la pratica dei valori cristiani. Con questi pensieri, Benedetto XVI si rivolge oggi in un Messaggio ai fedeli brasiliani, in occasione dell’inizio dell’annuale Campagna della Fraternità, intitolata nel 2009 “La pace è frutto della giustizia”. Il servizio di Alessandro De Carolis:RealAudioMP3

Quaresima uguale giustizia, perché da una società più giusta scaturisca una società pacificata. E’ una simmetria basata su valori alti quella che il Papa propone ai brasiliani, che come ogni anno sono sollecitati dalla Chiesa locale a mostrare, in tempo quaresimale, sensibilità e solidarietà nei confronti di uno o più specifici temi sociali. Quest’anno lo sguardo è rivolto alla situazione delle carceri e al reinserimento degli ex detenuti, sotto lo slogan “Fraternità e Sicurezza Pubblica. La pace è frutto della giustizia”. Ai fedeli riuniti quest’anno per l’apertura della Campagna - è una novità - al Santuario di Aparecida, con la Messa delle Ceneri presieduta dall’arcivescovo della città, Raymundo Damasceno Assis, Benedetto XVI ha fatto giungere il suo tradizionale Messaggio.

 
Per la Giornata mondiale della Pace 2002, “il mio venerato predecessore, Giovanni Palo II”, nel “sottolineare che la vera pace è frutto della giustizia, osservava - ha citato il Papa - che ‘la giustizia umana è sempre fragile e imperfetta’ e dovrebbe essere “esercitata e in certo senso completata con il perdono che risana le ferite e ristabilisce in profondità i rapporti umani turbati”. Il perdono, caposaldo della vita cristiana, è stato messo in rilievo da Benedetto XVI insieme con altri aspetti che caratterizzano l’impegno quaresimale e, in senso ampio, la dottrina sociale della Chiesa: l’evangelizzazione dei poveri, l’accesso di tutti ai beni del Creato, il rispetto per la ricchezza della diversità e la lotta contro la tentazione, per non essere, chiede il Papa, “schiavi del male”. “La Quaresima - scrive ancora - ci invita a lottare senza sosta per fare il bene, proprio perché sappiamo quanto sia difficile”, osserva con realismo il Pontefice, che gli uomini decidano “di perseguire seriamente la giustizia - e molto manca perché la convivenza sia ispirata alla pace e all’amore, e non all'odio o all'indifferenza”. E siamo anche ben consapevoli del fatto che - aggiunge - sebbene sia possibile raggiungere una ragionevole distribuzione dei beni e un buon funzionamento della società, mai scompariranno il dolore per la malattia, l’incomprensione o la solitudine, la morte delle persone che amiamo, l'esperienza dei nostri limiti.

 
Dunque, prosegue Benedetto XVI, a Cristo che si è fatto carico, insieme con la sua Croce, delle nostre sofferenze e della nostra fame e sete di giustizia, chiediamo “di saper testimoniare quei sentimenti di pace e di riconciliazione che hanno ispirato il Discorso della montagna”. E la benedizione di Dio, conclude, “si estenda su tutto il Brasile” e “in ogni ambito, familiare, sociale e culturale, riversando i doni della pace e della prosperità e risvegliando in ogni cuore sentimenti di fraternità e di viva cooperazione”.

 
Come detto, il tema della Campagna di fraternità è stato scelto su richiesta della Pastorale carceraria brasiliana, con la finalità di stabilire politiche in grado di favorire il reinserimento degli ex detenuti nel mercato del lavoro. Un impegno di giustizia sociale che guarda soprattutto ai giovani, come spiega l’arcivescovo di Aparecida, Raymundo Damasceno Assis, intervistato da Cristiane Murray, della redazione brasiliana della nostra emittente:RealAudioMP3

R. – I giovani sono molto importanti in questa campagna della fraternità, sono – diciamo così - il presente ed il futuro di una società più sicura, di una società che vive in pace, e dobbiamo avvalorare la famiglia, la scuola, dove i giovani spendono la maggior parte del loro tempo. Allora bisogna creare, nella famiglia – come a scuola – un ambiente sano, dove i giovani non solo ricevono informazioni, ma soprattutto possono vedere nei maestri – ed anche nei loro padri – un esempio da seguire nella vita e ricevere, dalla scuola e dalla famiglia, i valori che dovranno orientarli nella loro vita da adulti.

 
D. – Anche perché essi sono le maggiori vittime di questa ingiustizia sociale...

 
R. – Senza dubbio. Qui in Brasile, per esempio, le vittime della violenza sono soprattutto giovani; sia nelle strade, come anche nelle carceri, molti sono vittime anche della droga, e la gioventù è senza dubbio la maggioranza in America Latina ed anche in Brasile. Allora, per noi è necessario avere un rapporto molto speciale con i giovani, prepararli per fargli prendere posto nella società come veri cristiani e come cittadini. Questo è molto importante: se non si fa attenzione ai giovani, allora non possiamo avere la speranza di un futuro migliore per le generazioni che verranno dopo di noi.







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