2009-02-24 14:59:15

Ultimo saluto ieri al sacerdote ucciso in Colombia domenica scorsa


Ieri l’arcivescovo di Medellín, in Colombia, mons. Alberto Giraldo Jaramillo ha presieduto la Santa Messa e le esequie di padre Juan Gonzalo Aristizabal Isaza, ucciso domenica scorsa in circostanze ancora poco chiare. La polizia che sta indagando ritiene che sia rimasto vittima di un atto criminale compiuto dalla delinquenza comune. Padre Aristizabal Isaza era parroco della chiesa di San Giovanni apostolo nonché cappellano del “Hotel Intercontinental” della famosa città colombiana e, come è stato ricordato durante il funerale, la sua opera pastorale “intelligente e generosa” privilegiava in particolare le persone più bisognose. “La Chiesa cattolica in Colombia - ha detto ieri mons. Alberto Giraldo Jaramillo nella cattedrale metropolitana - rifiuta categoricamente questo tipo di atti poiché attentano gravemente la vita umana e sono contro la possibilità di avere una società migliore. Naturalmente offendono il compito evangelizzatore di un sacerdote che quotidianamente non faceva altro che lavorare per il bene degli altri”. “Non abbiamo parole – ha aggiunto il presule - per esprime il nostro dolore e la nostra preoccupazione”. L’arcivescovo ha poi chiesto “preghiere per l’eterno riposo di padre Juan Gonzalo Aristizabal Isaza ma anche per i responsabili di questo crimine affinché il Signore tocchi i loro cuori”. Sulla stampa colombiana si è molto parlato di questo delitto che rientrerebbe nella gravissima ondata di violenza che sta investendo il Paese e dove, come accade ormai da due anni nella quasi totalità delle nazioni latinoamericane, le morti violenti stanno aumentando in maniera esponenziale. Al riguardo le 22 conferenze episcopali della regione si sono pronunciate, non ultimi, due giorni fa, i vescovi dell’Honduras e de El Salvador. Anche i governi e i parlamenti hanno annunciato il loro impegno per mettere sotto controllo questo flagello che, spesso, è legato all’aumento del narcotraffico e soprattutto al fatto che in molti Paesi della regione si è passati dall’essere “esportatori di droga” a “consumatori” e ciò non ha fatto altro che accrescere la delinquenza metropolitana in particolare fra certi settori giovanili. (L.B.)







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