Iraq: un intellettuale caldeo spera che il Museo nazionale valorizzi anche le tradizioni
cristiane
L’apertura del Museo Nazionale a Baghdad è un ulteriore “passo positivo” per la stabilizzazione
dell’Iraq ed è un messaggio che il governo lancia ai turisti stranieri: “siete i benvenuti”.
È il commento di un intellettuale cattolico caldeo ad AsiaNews, il quale manifesta
“soddisfazione” per la riapertura del museo, saccheggiato nei giorni successivi all’intervento
delle truppe americane – nel marzo 2003 – e da allora rimasto chiuso. Ieri il primo
ministro Nuri al Maliki ha tagliato il nastro per la riapertura ufficiale. “L’arte
– racconta la fonte cattolica – è una ricchezza per tutto l’Iraq, che non possiede
solo il petrolio nel sottosuolo. Essa va incentivata perché sarà una delle attrattive
principali per ripristinare un flusso turistico nel Paese”. Egli racconta di aver
visitato il museo “prima della caduta di Saddam” ed esso costituiva un “elemento di
vanto” per tutto l’Iraq, anche se la storia e la tradizione cristiana venivano “nascoste”
agli occhi dei cittadini arabi. “La sezione dedicata alla comunità cristiana – riferisce
l’intellettuale caldeo – era visitabile solo dai turisti stranieri, non era accessibile
per gli arabi irakeni. La presenza cristiana è profonda, radicata e affonda le radici
nei secoli; Saddam Hussein, pur proteggendola, l’ha sempre nascosta agli occhi dei
cittadini comuni”. Egli racconta di un “buco nero” che corrisponde “al periodo in
cui è fiorito il cristianesimo” e auspica che il nuovo corso del Museo Nazionale “tenga
conto della presenza e del valore della comunità cristiana, la quale ha ricoperto
un ruolo di primo piano nella tradizione storico-culturale del Paese”. (R.P.)