Allarme dei vescovi di Haiti sulla situazione della popolazione colpita dalle tempeste
tropicali
A sei mesi dagli uragani che hanno investito Haiti, i vescovi hanno lanciato un allarme
perché migliaia di persone sono ancora senza casa. I presuli hanno invitato il governo
ad assumersi le proprie responsabilità e a prendere provvedimenti ad esempio per rimboscare
l’isola. La mancanza di copertura boschiva contribuisce infatti alle devastanti inondazioni
che uccidono ogni anno molte persone in seguito ai tifoni. Haiti ha oggi meno del
2% di copertura boschiva, rispetto al 25% del 1980. Durante l'ultimo incontro della
Conferenza episcopale locale è stato anche lanciato un progetto per il rimboschimento
della zona intorno a Les Gonaives, la seconda città di Haiti e la più colpita dalle
tempeste dello scorso anno, che hanno ucciso almeno 500 abitanti. Le statistiche ufficiali
parlano di 793 morti a causa delle tempeste tropicali che hanno flagellato Haiti dal
15 agosto all'8 settembre 2008. I dispersi sono 310. “Le persone soffrono. Hanno perso
madri, padri, famiglie... ci sono molti orfani” così all’agenzia Zenit, mons. Louis
Kebreau, presidente della Conferenza episcopale di Haiti. Il presule ha anche ringraziato
l’associazione caritativa cattolica Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), che ha donato
più di 41 mila dollari di aiuti d'emergenza per far fronte alle necessità fondamentali
della popolazione, come cibo e vestiario. Mons. Kebreau ha anche evidenziato il problema
delle sette che, sfruttando la povertà della gente, fanno proselitismo attaccando
gli insegnamenti cristiani. (B.C.)