Prima missione del nuovo inviato dell’Onu per il Sahara occidentale
In arrivo da Rabat, dove è stato ricevuto anche da re del Marocco Mohamed VI, il nuovo
inviato delle Nazioni Unite per il Sahara occidentale, Christopher Ross, è giunto
ieri a Smara, uno dei cinque campi profughi vicino a Tindouf, nel Sahara algerino,
che dal 1975 accolgono circa 150 mila rifugiati saharaoui. L’intento è d’incontrare
i responsabili del Fronte Polisario indipendentista, come ha dichiarato l'ambasciata
ad Algeri della Rasd, l'autoproclamata Repubblica democratica araba Saharaoui. Ross,
atteso questa sera ad Algeri, succede nel delicato incarico all'olandese Peter van
Walsum, accusato dai saharaoui di parzialità; il nuovo inviato Onu dovrà proseguire
nella mediazione per sbloccare la situazione dell'ex colonia spagnola occupata del
Marocco. Gli ultimi negoziati diretti avviati nel 2007 a Manhasset, vicino a New York,
sotto l'egida dell'ONU, sono bloccati dal marzo 2008. Le posizioni delle due parti
restano inconciliabili: Rabat propone una larga autonomia sotto sovranità marocchina,
mentre il Polisario, appoggiato dall'Algeria, chiede l'organizzazione di un referendum
per l'autodeterminazione. Ross, ha detto di voler ''progredire nelle trattative''
sollecitate dal Consiglio di sicurezza ONU, per arrivare ad una soluzione “mutualmente
accettabile'', ''che si occupi del diritto del popolo saharaoui all'autodeterminazione''.
''La missione che mi è stata affidata è molto importante per il futuro del Nord Africa'',
ha aggiunto il nuovo emissario Onu, che nei prossimi giorni si recherà anche a Madrid
e Parigi. (R.G.)