Il Governo cileno ha conferito all'arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio
Consiglio per la Cultura e della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della
Chiesa e dell'Archeologia Sacra, l'onorificenza “Generale Bernardo O'Higgins Riquelme,
nel suo grado massimo di Gran Croce. Il riconoscimento, ha detto l'ambasciatore del
Cile presso la Santa Sede, Pablo Cabrera, durante la cerimonia di consegna, “riveste
un enorme significato per il fatto che il Governo del Cile lo assegna a personalità
che si sono distinte per qualche atteggiamento o avvicinamento di amicizia nei confronti
del nostro Paese”. Il fatto che alle qualità personali e professionali si aggiunga
la condizione di alto dignitario in un'area nevralgica della Chiesa — ha continuato
— “ci riempie di soddisfazione e di aspettative nella misura in cui si unisce a noi
un amico che, in virtù della sua comunione e vicinanza con il Santo Padre, potrà intercedere
affinché si rafforzino i canali di comunicazione e perché il dialogo bilaterale sia
sempre più fecondo e profondo e, nel suo prodursi, tenga conto delle realtà e delle
aspirazioni di ognuna delle parti”. Il diplomatico ha definito “notevole, solida e
attuale” l'opera letteraria di Ravasi. Le tematiche affrontate, ha continuato Pablo
Cabrera, coprono campi molto diversi, anche se le preferenze cadono sull'ambito religioso
e su quello scientifico. “Nell'attribuire alla Parola tutta la centralità, la grandezza
e lo splendore che meritano, gli scritti e i commentari sono portatori di un valore
poetico originale e anche seduttivo. La plasticità dei testi e la duttilità delle
sue conferenze rivelano l'autore, al tempo stesso, come osservatore sensibile e interprete
equilibrato che, attraverso una penna agile e un linguaggio raffinato, è in grado
di intrattenere anche la persona più scettica o incredula”, sottolinea ancora l'ambasciatore.
Inoltre, continua, “ogni opera di monsignor Ravasi ha il merito di andare a collocarsi
in un contesto preciso, conquistando l'attenzione partecipata del lettore o dell'occasionale
interlocutore”. (I.P.)