Oggi in italia si celebra la Giornata nazionale del Braille
Si celebra oggi in Italia la "Giornata nazionale del Braille" istituita per sensibilizzare
l'opinione pubblica nei confronti delle persone non vedenti. L’evento coincide quest’anno
con il bicentenario della nascita del francese Louis Braille, inventore del metodo
di lettura e scrittura per ciechi. Ce ne parla il prof. Tommaso Daniele, presidente
nazionale dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti, al microfono di Eliana Astorri: R.
– Nel 1829, nasce questo sistema di lettura e scrittura per i ciechi, che rivoluziona
la loro vita, perché prima che potessero avere un proprio alfabeto, che quindi potessero
alfabetizzarsi, accedere perciò alla cultura, i ciechi erano emarginati. Da allora,
la vita dei ciechi è cambiata profondamente; c’è stato l’accesso all’istruzione, alla
cultura, al lavoro e oggi i ciechi hanno l’orgoglio di poter andare a testa alta nella
società, possono esibire le loro lauree, i loro diplomi, la loro professionalità.
Questo non significa che i ciechi non hanno più problemi, perché ci sono cambiamenti
continui della società, ci sono sempre nuove tecnologie, e allora noi dobbiamo lottare
quotidianamente per garantire che queste tecnologie siano accessibili anche ai ciechi.
Faccio qualche esempio: l’accesso alla rete Internet ha costituito una fonte immensa
d’informazioni, però non tutti i siti web – cioè, neanche i siti pubblici – sono accessibili
ai ciechi, soltanto il 5-6% sono accessibili. L’accesso ai giornali: esiste il giornale
elettronico, però non tutti i giornali mettono a disposizione il formato accessibile
ai ciechi, anche i percorsi tattili non sono presenti, quindi l’autonomia è molto
ridotta, molto limitata.
D. – Quali sono le principali
patologie che possono portare alla cecità o all’ipovedenza?
R.
– Sono la retinopatia, il glaucoma, il diabete; queste sono le principali malattie
che portano alla cecità. Poi c’è il problema della maculopatia, che interviene soprattutto
in età avanzata, con la terza età.
D. – Si può fare
un’opera di prevenzione?
R. – La prevenzione è fondamentale;
c’è una statistica, di livello europeo, che dice che un ipovedente su tre perde la
vista per mancanza di prevenzione della cecità. Quindi, se la prevenzione fosse fatta
a tutti i livelli, noi avremmo sicuramente un terzo di ciechi in meno.
D.
– Quindi, con una visita di controllo annuale si può evitare il rischio di cecità...
R.
– Con una visita di controllo... e, soprattutto, anche con la riabilitazione visiva,
perché quando c’è un piccolo residuo, se il residuo viene curato in tempo, la persona
viene riabilitata, intanto riesce – anche col piccolo residuo – a svolgere le operazioni
di autonomia quotidiana, ma, soprattutto, riesce a conservarlo questo residuo. Se
invece non c’è la riabilitazione, rischia di perderlo. (Montaggio a cura di
Maria Brigini)