Conferenza dell'Aspen: "un nuovo governo mondiale per affrontare la crisi"
Trovare soluzioni innovative per poter affrontare le sfide poste dall’attuale crisi
globale. Con questo obiettivo, e in vista del prossimo vertice del G8 in luglio, si
è svolta, presso la sede del Programma Alimentare Mondiale a Roma, la Conferenza Internazionale
organizzata dall’Aspen Institute. E’ la sorte dei popoli più poveri, travolti dalla
crisi economica globale, a preoccupare maggiormente i leader mondiali, che si troveranno
in luglio al vertice del G8 alla Maddalena. Per molti africani, ha spiegato l’ex segretario
delle Nazioni Unite Kofi Annan, presente alla conferenza, le conseguenze della crisi
non si limitano a tradursi in bancarotta e disoccupazione, ma rischiano di essere
addirittura mortali. Da qui l’appello ai Paesi industrializzati ad agire, perché anche
solo l’1% delle somme investite a sostenere le economie nazionali potrebbe fare la
differenza per il continente africano. Enti finanziari e organizzazioni internazionali
sembrano dunque concordi sulla necessità di definire un nuovo governo mondiale per
affrontare la crisi, come sottolineato dal ministro degli esteri italiano Franco Frattini,
un governo che sappia anche guardare oltre l’aspetto finanziario. A tenere banco alla
Conferenza dell’Aspen, infatti, sono proprio i temi della sicurezza energetica, della
non proliferazione nucleare, della lotta al terrorismo e dei conflitti regionali,
a partire da quello afghano. Come per il rilancio dell’economia, però, anche per il
rilancio di uno sviluppo umano e sostenibile servono ingenti investimenti. I fondi
per la cooperazione allo sviluppo e le emergenze umanitarie sono stati drasticamente
ridotti e quelli dell’Italia per il 2009 sono arrivati ad essere addirittura lo 0,09%
del suo prodotto interno lordo. Non è migliore la situazione finanziaria degli organismi
internazionali: il World Food Programme, il Programma Alimentare Mondiale, stima di
aver bisogno di 5,6 miliardi di dollari nel 2009 per sfamare ben 100 milioni di persone
e sottolinea il pericolo che fame e povertà rappresentano per la stabilità sociale
e la sicurezza. (Dalla sede del PAM a Roma, Stefano Leszczynski)