2009-02-20 15:36:50

Pakistan. Attentato a funerale sciita: 30 morti


È di 33 morti il pesantissimo bilancio dell’ennesimo attentato avvenuto questa mattina in Pakistan, a Dera Ismail Khan città nel Nord Ovest ai confini con l'Afghanistan. Una bomba è esplosa al passaggio di un corteo funebre nel quale centinaia di persone accompagnavano il feretro di un leader sciita locale, ucciso ieri a colpi di pistola. Dopo l’esplosione sono inoltre seguiti violenti disordini tra la folla inferocita e la polizia. Intanto, non è stata ancora annunciata la nuova data dell’incontro che si sarebbe dovuto tenere ieri, ad Islamabad, tra il presidente afghano, Hamid Karzai, e il presidente e il primo ministro pakistani, rispettivamente Asif Ali Zardari e Raza Gilani. La neve ha impedito, infatti, al capo di Stato afghano di partire da Kabul. Del significato di questa visita e dei rapporti tra Afghanistan e Pakistan, Fausta Speranza ha parlato con Lucio Caracciolo:RealAudioMP3

R. – Karzai spera di ridarsi un ruolo ed una funzione – riconosciuta anche dagli Stati Uniti – per restare presidente dell’Afghanistan, anche in vista delle elezioni, che dovrebbero tenersi più avanti, quest’anno; dal punto di vista americano, è una personalità ormai abbastanza squalificata, se non dannosa, per i fini che l’America si ripropone di raggiungere.

D. – Obama ha annunciato una nuova fase in Afghanistan, ha annunciato l’invio di altri 17 mila uomini, chiedendo alla Nato di supportarlo in quest’incremento di truppe; però, nello stesso tempo, annuncia anche una nuova fase diplomatica in Afghanistan. Ecco, questo dovrà significare una nuova fase, anche in Pakistan dove continuano i raid americani?

R. – Dal punto di vista americano, Afghanistan e Pakistan sono lo stesso fronte. Un inviato solo, Holbrooke, è stato mandato a dirimere le vicende politico-diplomatico militari dell’area, quindi chiaramente si tratta di una strategia applicata ad entrambi i Paesi, ed in particolare all’area tribale fuori controllo, al confine – del tutto teorico – che separa appunto l’Afghanistan dal Pakistan.

D. – Rimaniamo in Pakistan. Nella zona nord-ovest, nei giorni scorsi, è stata approvata la Sharia. Una mossa che è difficile da comprendere, da parte del governo centrale; era un prezzo troppo alto andare contro quello che è uno stato di fatto... che significato possiamo dargli?

R. – Quella regione tribale che sta all’estremità settentrionale del Pakistan e che non ha discontinuità di alcun genere – anche dal punto di vista etnico – con le confinanti zone afghane, è un’area del tutto fuori controllo rispetto al governo centrale. Al massimo, può esservi un controllo indiretto, attraverso capi tribali o signori della guerra più o meno assimilabili e controllabili. Quindi questo accordo fa parte di quest’idea di una zona che non si può controllare direttamente.

R. – In definitiva la Repubblica islamica di Pakistan – perché questo è uno Stato che, tra l’altro, detiene la bomba atomica – che filo da torcere darà, o può dare ad Obama?

R. – Dal punto di vista della sicurezza americana – in particolare rispetto ad eventuali nuovi 11 settembre, con armi di distruzione di massa - questo è il problema maggiore, perché solo in Pakistan abbiamo, contemporaneamente, un vasto arsenale atomico ed uno Stato che si sta praticamente disfacendo.







All the contents on this site are copyrighted ©.