La crisi economica e la pace in Medio Oriente al centro dell’udienza di Benedetto
XVI con il premier britannico Gordon Brown
Favorire progetti di promozione umana per lo sviluppo e la pace, specie in Medio Oriente:
è quanto auspicano Benedetto XVI e il premier britannico Gordon Brown che stamani
è stato ricevuto in Vaticano assieme alla consorte e al seguito. In una conferenza
stampa, dopo l’incontro, Brown ha detto di aver invitato il Pontefice a visitare l’Inghilterra.
Alla vigilia dell’incontro, Gordon Brown - che sta preparando il G20 di Londra del
prossimo 2 aprile - ha scritto un articolo per l’Osservatore Romano dal titolo “Crisi
economica e sradicamento della povertà”. Il servizio di Alessandro Gisotti:
Benedetto
XVI e Gordon Brown, informa una nota della Sala Stampa vaticana, si sono soffermati
sull’attuale “crisi economica mondiale” e sul “dovere di proseguire con le iniziative
a favore dei Paesi meno sviluppati”, favorendo “la collaborazione su progetti di promozione
umana, rispetto dell’ambiente e sviluppo sostenibile”. Il Papa e il premier britannico
hanno auspicato “un rinnovato impegno della comunità internazionale per risolvere
i conflitti in atto, particolarmente in Medio Oriente”. Infine, conclude la nota,
si sono passati in rassegna “alcuni temi bilaterali, di interesse soprattutto per
la comunità cattolica del Regno Unito”. Dunque la lotta alla povertà è stata al centro
dell’udienza in Vaticano, come del successivo colloquio con il cardinale segretario
di Stato Tarcisio Bertone e con l’arcivescovo Dominique Mamberti. E proprio sulla
crisi economica, alla vigilia dell’incontro con il Papa, Brown ha scritto un articolo
per l’Osservatore Romano.
La recessione globale “richiede una risposta
globale”, sottolinea il premier aggiungendo che “è nostro dovere comune far sì che
le esigenze dei Paesi più poveri non siano un pensiero secondario a cui si aderisce
per obbligo morale o per senso di colpa”. Per Brown “è ora di vedere i Paesi in via
di sviluppo inseriti nelle soluzioni internazionali di cui abbiamo bisogno”. Quindi,
mette l’accento su quei valori religiosi, “come la giustizia e la solidarietà” che
hanno portato Regno Unito e Santa Sede a sostenere insieme un’iniziativa finanziaria
per la vaccinazione dei bambini poveri (International Finance Facility for Immunisation).
L’acquisto da parte del Papa nel 2006 del primo bond per l’immunizzazione, sottolinea
Brown, è stato espressione tangibile dell’impegno comune a favore dello sviluppo internazionale.
Grazie a questi titoli obbligazionari, si legge sull’Osservatore Romano, 500 milioni
di bambini saranno immunizzati da qui al 2015. E proprio per suggellare questo risultato,
il premier britannico ha donato stamani al Papa una fotografia che ritrae una donna
etiope che ha salvato il proprio bambino grazie alla sottoscrizione del primo bond
per le vaccinazioni. Sempre nell’articolo, Brown sottolinea l’importanza del prossimo
G20, il 2 aprile a Londra. E proprio ieri, parlando ai giornalisti a Downing Street,
ha spiegato cosa si aspetta da questo Summit:
What
we need is a world... Quello di cui abbiamo bisogno, ha detto Brown,
è che il mondo lavori insieme. Ogni parte del mondo deve contribuire alla ripresa
dell’economia, dare il suo supporto all’economia con nuovi investimenti, tenere bassi
i tassi di interesse. Il G20 del 2 aprile, è stato il suo auspicio, deve servire a
trovare il modo in cui i Paesi possano unirsi per raggiungere questi obiettivi. All
world has to come... Tutto il mondo – ha detto ancora ai giornalisti
- deve unirsi per mandare un messaggio per sostenere un’economia aperta e non protezionista.
Il protezionismo – ha avvertito - è una via verso la rovina, significherebbe meno
commercio, meno lavoro e alimenterebbe un circolo vizioso in ogni continente.