2009-02-18 09:23:07

Sud Corea: in centomila alla veglia per il cardinale Kim


La Corea del Sud piange la morte del suo primo cardinale cattolico, Kim Sou-hwan, deceduto lunediì sera a Seul all'eta' di 86 anni. Alla veglia funebre del porporato, ordinato cardinale da Papa Paolo VI nel 1969, ha partecipato una folla di oltre 100.000 persone, cattolici e no, a dimostrazione della popolarità conquistata dal porporato in Corea del Sud, in particolare nei difficili anni '70, quando il Paese asiatico si avviò verso la democrazia. I funerali del cardinale Kim si terranno venerdì prossimo nella cattedrale Myeongdong di Seoul. Per sua espressa volontà il rito funebre si svolgerà nella massima semplicità. La notizia della sua morte ha suscitato viva commozione in tutto il Paese e ha avuto una grande risonanza sui media locali. La Conferenza episcopale sud-coreana, in un messaggio di cordoglio, ripreso dall'agenzia Ucan, ne ricorda lo strenuo impegno per la difesa dei diritti umani e della democrazia, ma anche per il dialogo, che ne hanno fatto una figura carismatica anche tra i non cattolici in Corea. Il cardinale Kim - si legge nel messaggio - aveva “la convinzione evangelica che ogni essere umano abbandonato e maltrattato dal mondo avesse diritto al rispetto. Per questo molta gente cercava la sua saggezza nei momenti di difficoltà. Le vittime della povertà e della malattia e gli oppressi lo amavano profondamente”, ricorda il testo dei vescovi. E messaggi di cordoglio sono giunti anche dal Consiglio nazionale delle Chiese che lo ha definito “una benedizione di Dio”, ricordando “il suo grande impegno per il dialogo ecumenico e interreligioso”. Un impegno rievocato anche nel messaggio del capo della principale denominazione buddista del Paese, il Venerabile Jikwan, che parla della “perdita di un grande maestro”. Nel 1998 il cardinale Kim si era ritirato dal governo dell’arcidiocesi di Seoul, pur continuando ad avere grande influenza nella società coreana. Particolare posto nella sua azione pastorale ha occupato la ricerca del dialogo con i non-cristiani e il coordinamento degli sforzi comuni in campo caritativo e assistenziale. (L.Z.)







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