2009-02-18 16:13:16

Islanda: il vescovo di Reykjavik illustra la situazione della Chiesa nel Paese


Una comunità molto piccola e giovane, cresciuta in questi ultimi anni soprattutto grazie all’immigrazione da Paesi cattolici e oggi fortemente toccata dalla crisi economica. Così mons. Pierre Bϋrcher, vescovo di Reykjavik, presenta la situazione della piccola Chiesa cattolica d’Islanda in un’intervista all’agenzia cattolica Apic. Il presule, già ausiliare della diocesi di Losanna-Ginevra-Friburgo, si trova in questi giorni in Svizzera per una serie di conferenze organizzate dall’”Aiuto alla Chiesa che Soffre” (ACS) che finanzia una serie di progetti pastorali della Chiesa del Paese. Una comunità - dice mons. Bϋrcher – che si può considerare praticamente come “una Chiesa della diaspora”. Estesa su tutto il territorio dell’isola, la diocesi di Reykyavik conta infatti, su una popolazione di 280 mila abitanti, poco più di 9mila fedeli distribuiti in 5 parrocchie e assistiti da 16 sacerdoti e 36 religiosi e religiose, di cui uno solo islandese. Anche la maggior parte dei fedeli sono di origine straniera. La comunità cattolica locale – spiega mons. Bϋrcher - è cresciuta in questi ultimi anni grazie all’immigrazione, in particolare dalle Filippine, dalla Polonia e dalla Lituania. Tra le principali difficoltà il vescovo segnala quella dei limitati mezzi finanziari: da quando è stata eretta quattro decenni fa, la diocesi dipende quasi interamente da aiuti esterni. A differenza di quella luterana che beneficia di diversi vantaggi per il suo particolare status costituzionale, la Chiesa cattolica riceve dallo Stato appena cinque euro al mese per ogni fedele registrato, mentre i pochi fedeli cattolici di nazionalità islandese – appena 2.000 - non sono in grado dare contributi significativi. Quanto alle sfide pastorali – spiega ancora il vescovo – esse sono essenzialmente la catechesi e la formazione dei giovani e degli adulti. Ma la Chiesa islandese è anche molto attiva nel sociale, in particolare attraverso la Caritas, la cui opera è particolarmente richiesta in questo momento di crisi che ha stroncato l’economia islandese. Una crisi che sta toccando nel vivo anche la comunità cattolica locale. Secondo mons. Bϋrcher, tuttavia, non tutti i mali vengono per nuocere: le attuali difficoltà, afferma, sono “anche un’opportunità di conversione, per tornare ai valori veri che sono una fede viva, la famiglia, la condivisione concreta”, un’occasione insomma per gli islandesi per riscoprire le loro radici spirituali cristiane. 64 anni, membro della Congregazione per le Chiese Orientali, mons. Bϋrcher è stato nominato vescovo di Reykjavík il 30 ottobre 2007 ed è uno dei membri della Conferenza episcopale di Scandinavia che riunisce i vescovi di Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia e Svezia. (L.Z.)







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