Il Consiglio ecumenico delle Chiese sul ruolo dei cristiani in Iraq
L’importanza dei cristiani nella ricostruzione di un Paese martoriato come l’Iraq:
su questo tema hanno riflettuto i partecipanti all’incontro promosso dal Consiglio
ecumenico delle Chiese (CEC). L’evento si è svolto a Fatka, in Libano, ed ha visto
la presenza di mons. Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk e di mons. Jean Sleiman,
arcivescovo latino di Baghdad, insieme ad una decina di esponenti della Chiesa armena
e siro-cattolica locale. Durante i lavori, informa una nota, “i rappresentanti delle
Chiese in Iraq hanno ribadito il loro impegno a lavorare insieme con tutti i cittadini
iracheni per la riconciliazione e la restaurazione della pace nel Paese”. Al centro
della discussione, in particolare, la questione della sicurezza e delle migrazioni
forzate. “La soluzione all’attuale situazione – afferma la nota – non consiste nel
privare l’Iraq delle sue risorse umane”, poiché “i cristiani iracheni sono figli autentici
della loro terra”, “appartengono all’Iraq sin dalla nascita della nazione” e “come
parte essenziale della società irachena, essi hanno il diritto di vivere liberamente
nel Paese, condividendo i diritti ed i doveri con tutti gli altri cittadini”. Di qui,
l’appello lanciato a tutti gli abitanti del Paese del Golfo che professano la religione
cristiana, affinché “restino nella loro patria e partecipino attivamente alla sua
ricostruzione ed al suo sviluppo”. Quello dei cristiani, infatti, è un ruolo essenziale
“nella costruzione delle istituzioni sociali ed educative che contribuiscono alla
riconciliazione nazionale ed alla costruzione della pace e della stabilità”. E in
proposito è di oggi la notizia che dopo la 'grande fuga' dei mesi scorsi, 81 famiglie
cristiane, su migliaia, sono tornate dall'inizio dell'anno nelle loro case nella citta'
settentrionale irachena di Mossul. Lo hanno reso noto fonti della polizia locale.
Secondo l'ufficio locale per i rifugiati e i migranti, ci sono attualmente circa diecimila
famiglie cristiane sfollate da Mossul ancora accampate nel vicino distretto di al
Hamadaniya. Per mesi, alla fine dello scorso anno, molte migliaia di cristiani sono
fuggiti da Mossul in seguito all'assassinio di numerosi membri della loro comunita',
compiuti in strada o nelle abitazioni, con vere e proprie spedizioni 'punitive'. (I.P.)