2009-02-18 16:04:58

Il Consiglio ecumenico delle Chiese sul ruolo dei cristiani in Iraq


L’importanza dei cristiani nella ricostruzione di un Paese martoriato come l’Iraq: su questo tema hanno riflettuto i partecipanti all’incontro promosso dal Consiglio ecumenico delle Chiese (CEC). L’evento si è svolto a Fatka, in Libano, ed ha visto la presenza di mons. Louis Sako, arcivescovo caldeo di Kirkuk e di mons. Jean Sleiman, arcivescovo latino di Baghdad, insieme ad una decina di esponenti della Chiesa armena e siro-cattolica locale. Durante i lavori, informa una nota, “i rappresentanti delle Chiese in Iraq hanno ribadito il loro impegno a lavorare insieme con tutti i cittadini iracheni per la riconciliazione e la restaurazione della pace nel Paese”. Al centro della discussione, in particolare, la questione della sicurezza e delle migrazioni forzate. “La soluzione all’attuale situazione – afferma la nota – non consiste nel privare l’Iraq delle sue risorse umane”, poiché “i cristiani iracheni sono figli autentici della loro terra”, “appartengono all’Iraq sin dalla nascita della nazione” e “come parte essenziale della società irachena, essi hanno il diritto di vivere liberamente nel Paese, condividendo i diritti ed i doveri con tutti gli altri cittadini”. Di qui, l’appello lanciato a tutti gli abitanti del Paese del Golfo che professano la religione cristiana, affinché “restino nella loro patria e partecipino attivamente alla sua ricostruzione ed al suo sviluppo”. Quello dei cristiani, infatti, è un ruolo essenziale “nella costruzione delle istituzioni sociali ed educative che contribuiscono alla riconciliazione nazionale ed alla costruzione della pace e della stabilità”. E in proposito è di oggi la notizia che dopo la 'grande fuga' dei mesi scorsi, 81 famiglie cristiane, su migliaia, sono tornate dall'inizio dell'anno nelle loro case nella citta' settentrionale irachena di Mossul. Lo hanno reso noto fonti della polizia locale. Secondo l'ufficio locale per i rifugiati e i migranti, ci sono attualmente circa diecimila famiglie cristiane sfollate da Mossul ancora accampate nel vicino distretto di al Hamadaniya. Per mesi, alla fine dello scorso anno, molte migliaia di cristiani sono fuggiti da Mossul in seguito all'assassinio di numerosi membri della loro comunita', compiuti in strada o nelle abitazioni, con vere e proprie spedizioni 'punitive'. (I.P.)







All the contents on this site are copyrighted ©.