Non accenna a placarsi la violenza anticristiana in Orissa. Ad Asianews, il presidente
del Global Council of Indian Christians ha riferito un episodio avvenuto l’11 febbraio
scorso. A Daringabadi, villaggio del distretto di Kandhamal, una folla di indù ha
circondato la casa di Golyat Pradhan, 22 anni, ingiungendo a lui e alla madre di convertirsi
all’induismo. Al loro rifiuto si è scatenata la violenza: la donna è stata chiusa
in casa mentre il figlio è stato selvaggiamente picchiato e poi trascinato fino alla
via principale del villaggio dove, a turno, veniva fatta la guardia per impedire che
qualcuno lo aiutasse. La sua tortura è continuata fino a sera, quando i fondamentalisti
hanno chiamato la polizia informandola di aver arrestato un “maoista” entrato nel
villaggio per commettere uno stupro. Gli agenti, invece di aprire un’inchiesta su
quanto accaduto, hanno spiccato un mandato di comparizione per una denuncia sporta
in precedenza nei confronti del giovane. I due cristiani sono da tempo nel mirino
dei fondamentalisti indù perché, ha detto il presidente del Global Council of Indian
Christians, sono amici di un prete cattolico. “La situazione – ha continuato – resta
pessima, gli estremisti si aggirano tra i villaggi in tutta libertà perpetrando crimini
e attacchi senza alcun intervento delle forze dell’ordine”. (B.C.)