2009-02-17 12:44:18

Francia: i vescovi danno voce ai Dipartimenti d’oltremare, in agitazione per la crisi economica


“La forza della speranza”: è il titolo del messaggio diffuso dai vescovi francesi del dipartimento d’oltremare, al termine del loro incontro conclusosi a Parigi. Il documento – a firma di mons. Michel Méranville, arcivescovo di Saint-Pierre e Fort-de-France, mons. Gilbert Aubry, vescovo di Saint-Denis de la Réunion, mons. Emmanuel Lafont, vescovo di Cayenne, mons. Jean Hamot, amministratore diocesano di Basse-Terre – fà riferimento allo sciopero generale ad oltranza contro il carovita che da oltre un mese blocca ogni attività a La Réunion, Guadalupe e Martinica. I vescovi dei quattro dipartimenti francesi d’oltremare, hanno voluto manifestare in un messaggio la loro vicinanza ai fedeli che stanno vivendo gravi difficoltà a causa della crisi finanziaria ed economica. Essi vedono nelle “tragiche ripercussioni” che stanno vivendo i loro fedeli, “a causa di situazioni sociali molto difficili e del carovita ormai insopportabile”, le ragioni degli attuali movimenti sociali. Poi, i presuli francesi d’oltremare ribadiscono che “i tumulti attuali invitano ad applicare meglio il principio di sussidiarietà già messo in atto a livello europeo”, ovvero a favorire uno sviluppo autonomo locale senza ricorrere sistematicamente ad una gestione centralizzata. “Ciò significa – si legge ancora nel messaggio – ripensare a nuovi rapporti tra le nostre rispettive diocesi, la Francia e l’Unione Europea. Si tratta di adattare alla situazione sociale, culturale ed economica delle nostre popolazioni, alcuni regolamenti che, fissati a migliaia di km di distanza, non possono essere applicati così come sono”. Per questo, i presuli sottolineano che “tutto ciò che ha sentore di colonialismo o di neocolonialismo dovrebbe essere definitivamente abolito”. Di qui, l’auspicio espresso dai presuli perché si cambi lo statuto attuale di questi dipartimenti, “per permettere un migliore esercizio del potere”, anche se i vescovi si dicono consapevoli del fatto che “il cambiamento istituzionale, da solo, non può risolvere tutto. È necessario basarsi su valori comuni, radicati nelle tradizioni e nella cultura dei nostri popoli, che oggi sembrano parzialmente dimenticate. Si è, infatti, verificata una frattura nella trasmissione dei valori fondamentali senza i quali nessuna società può mantenersi”. “La felicità – prosegue la nota – non si trova nell’amore per il denaro, ma nella solidarietà umana, all’interno della famiglia e tra le famiglie stesse. L’educazione al rispetto reciproco, alla condivisione dei beni, alla giustizia, al rispetto dell’ambiente è essenziale. Per noi cristiani, tutto ciò trova la sua fonte nell’amore di Dio offerto a ciascuno e vero garante dell’amore reciproco e del rispetto di tutte le persone umane”. Quindi, il messaggio auspica che i cristiani “attingano dal Vangelo e dalla dottrina sociale della Chiesa, l’ispirazione necessaria perché il loro contributo al dibattito sia improntato alla saggezza di Dio”. (T.C. - I.P.)







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