di Angelo Paoluzi, docente di giornalismo all'Università Lumsa (Roma) Ognuno pensa
ai propri interessi, senza un progetto comune. Dal vertice G7, che ha riunito
a Roma i leader dei Paesi più avanzati nel mondo (escludendone molti che hanno progressi
crescenti), non è emerso nulla di concretamente valido ai fini di una politica comune
che tenga conto di una crisi economica trasversale da fronteggiare con sforzi di condivisione.
Dietro ambigue dichiarazioni solo il ritorno a vecchie logiche protezionistiche.