2009-02-16 15:53:36

La Chiesa latinoamericana in difesa dei popoli indigeni


Un appello a difendere la vita e i diritti dei popoli frequentemente minacciati arriva al termine dell’incontro Latinoamericano di Pastorale Indigena, celebrato dal 9 al 12 febbraio a Lima, in Perù. “Solidarizziamo con il pronunciamento dei vescovi e degli operatori di pastorale indigena del Perù sul valore e lo sviluppo dei Paesi dell’Amazzonia e denunciamo le medesime realtà che si vivono in altri paesi dell’America Latina. È un crimine continuare a sfruttare in forma indiscriminata l’ecosistema che è fonte di vita dell’umanità”. È quanto si legge nel messaggio del Consiglio Episcopale Latinoamericano (CELAM). La Fides riferisce che la convocazione all’incontro è stata realizzata da mons. Rodolfo Valenzuela, vescovo di Verapaz (Guatemala) e responsabile della Sezione Popoli Indigeni del Celam. L’incontro ha visto riunirsi i vescovi e i segretari esecutivi delle Commissioni di “Pastorale dei Popoli Indigeni” degli episcopati del Messico, del Guatemala, del Nicaragua, della Colombia, dell’Ecuador, del Perù, della Bolivia, del Paraguay e dell’Argentina. Gli interventi hanno riguardato il tema “La Parola di Dio e l’inculturazione” ed hanno affrontato i seguenti aspettii: “Sinodo della Parola. Parola di Dio ed inculturazione”, “Animazione biblica della pastorale indigena”, “I popoli indigeni nel Documento di Aparecida”. Alla fine dell’Incontro, i partecipanti hanno diffuso un Messaggio nel quale emergono le principali conclusioni e proposte elaborate. Tra queste: “fortificare l’incarnazione della fede cristiana nella vita dei popoli che hanno una lunga tradizione storica di fede e spiritualità; enfatizzare l’importanza dell'apprendistato delle lingue proprie dei popoli originari; promuovere la traduzione cattolica della Bibbia nelle diverse lingue dei popoli indigeni; offrire piena fiducia agli indigeni, operatori di pastorale, sacerdoti, religiose, animatori delle comunità e catechisti, affinché si sentano appoggiati ed abbiano il posto che corrisponde loro come protagonisti del processo di inculturazione del Vangelo; organizzare laboratori per traduttori della Bibbia e della Liturgia nelle lingue indigene”. “Incoraggiamo tutti a restare attenti e vigilanti nella fede che professiamo e nella difesa della vita e dei diritti dei popoli frequentemente minacciati” conclude il Messaggio. (M.G.)







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