2009-02-14 15:30:17

Quattro senzatetto morti assiderati a Roma


Il grande freddo di questi giorni sta mettendo a rischio la vita di decine di senzatetto a Roma. Particolarmente drammatica la situazione sul litorale della capitale dove negli ultimi sei giorni quattro clochard hanno trovato la morte per assideramento. I quattro uomini, tre polacchi e un ungherese, fra i 40 e i 50 anni, vivevano tra Ostia e Dragoncello. Le condizioni di salute di queste persone, che in vita accumulano stenti e malattie non curate, vengono messe a dura prova dalle temperature rigide e sono ulteriormente peggiorate dall’alcol assunto per riscaldarsi. Fra di loro c’è Luigi Szabo Lijos, il medico ungherese come lo chiamavano tutti. Viveva sulla panchina della parrocchia San Nicola del Borghetto dei pescatori tra stracci e cianfrusaglie. Non ha sopportato il freddo ed è morto a causa di una polmonite. Gli altri tre clochard erano Andrzej Ofman, Marek e Tolek. Sono stati trovati chi su un marciapiede e chi vicino alla pineta di Castelfusano. Le salme si trovano nella sala mortuaria dell’ospedale Grassi in attesa che sia la comunità di Sant’Egidio con l’aiuto dell’Ama ad occuparsi dei loro funerali. “Servono più strutture per l’accoglienza e meno indifferenza”, spiega a “Il Messaggero” Stefano Natali, che rappresenta i volontari impegnati al fianco dei clochard del tredicesimo Municipio. Difficile fare un calcolo dei senzatetto che vivono sul litorale romano. Solo all’interno della pineta di Castelfusano ce ne sono centinaia. “Alcuni di loro vanno nelle strutture d’accoglienza del territorio che però non bastano per tutti – sostiene ancora Stefano Natali. Per altri raggiungere i capannoni della Fiera di Roma è impossibile. C’è poi chi non vuole essere avvicinato per paura. La situazione peggiora quando si fanno gli sgomberi in pineta d’inverno. Quando perdono le baracche queste persone vivono sotto l’acqua e al freddo”. Domenica alle 11,30 nella parrocchia San Vincenzo De Paoli a Ostia, la comunità di Sant’Egidio ha organizzato una Messa in ricordo di Modesta Valenti (una senzatetto morta nel 1983 alla stazione Termini e diventata il simbolo dei diseredati della capitale) ma anche di tutti i senzatetto morti nel tredicesimo municipio negli ultimi anni. Il Comune di Roma ha disposto già da qualche giorno l'apertura straordinaria delle metropolitane durante la notte per far sì che le persone senza fissa dimora possano ripararsi. L'assistenza dei senzatetto è affidata alla Caritas, gli operatori offrono loro bevande calde e generi di prima necessità, mentre l'Ama si occupa ogni mattina della pulizia delle stazioni interessate dal servizio di ricovero. (M.G.)







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