Il grande freddo di questi giorni sta mettendo a rischio la vita di decine di senzatetto
a Roma. Particolarmente drammatica la situazione sul litorale della capitale dove
negli ultimi sei giorni quattro clochard hanno trovato la morte per assideramento.
I quattro uomini, tre polacchi e un ungherese, fra i 40 e i 50 anni, vivevano tra
Ostia e Dragoncello. Le condizioni di salute di queste persone, che in vita accumulano
stenti e malattie non curate, vengono messe a dura prova dalle temperature rigide
e sono ulteriormente peggiorate dall’alcol assunto per riscaldarsi. Fra di loro c’è
Luigi Szabo Lijos, il medico ungherese come lo chiamavano tutti. Viveva sulla panchina
della parrocchia San Nicola del Borghetto dei pescatori tra stracci e cianfrusaglie.
Non ha sopportato il freddo ed è morto a causa di una polmonite. Gli altri tre clochard
erano Andrzej Ofman, Marek e Tolek. Sono stati trovati chi su un marciapiede e chi
vicino alla pineta di Castelfusano. Le salme si trovano nella sala mortuaria dell’ospedale
Grassi in attesa che sia la comunità di Sant’Egidio con l’aiuto dell’Ama ad occuparsi
dei loro funerali. “Servono più strutture per l’accoglienza e meno indifferenza”,
spiega a “Il Messaggero” Stefano Natali, che rappresenta i volontari impegnati al
fianco dei clochard del tredicesimo Municipio. Difficile fare un calcolo dei senzatetto
che vivono sul litorale romano. Solo all’interno della pineta di Castelfusano ce ne
sono centinaia. “Alcuni di loro vanno nelle strutture d’accoglienza del territorio
che però non bastano per tutti – sostiene ancora Stefano Natali. Per altri raggiungere
i capannoni della Fiera di Roma è impossibile. C’è poi chi non vuole essere avvicinato
per paura. La situazione peggiora quando si fanno gli sgomberi in pineta d’inverno.
Quando perdono le baracche queste persone vivono sotto l’acqua e al freddo”. Domenica
alle 11,30 nella parrocchia San Vincenzo De Paoli a Ostia, la comunità di Sant’Egidio
ha organizzato una Messa in ricordo di Modesta Valenti (una senzatetto morta nel 1983
alla stazione Termini e diventata il simbolo dei diseredati della capitale) ma anche
di tutti i senzatetto morti nel tredicesimo municipio negli ultimi anni. Il Comune
di Roma ha disposto già da qualche giorno l'apertura straordinaria delle metropolitane
durante la notte per far sì che le persone senza fissa dimora possano ripararsi. L'assistenza
dei senzatetto è affidata alla Caritas, gli operatori offrono loro bevande calde e
generi di prima necessità, mentre l'Ama si occupa ogni mattina della pulizia delle
stazioni interessate dal servizio di ricovero. (M.G.)