2009-02-14 15:41:55

Mongolia: primi passi della Chiesa nel campo dell'istruzione


“La creazione di un sistema educativo cattolico globale” è una delle priorità della Chiesa in Mongolia. A sostenerlo in un colloquio con l’Agenzia Fides è mons. Wenceslao Padilla, prefetto apostolico di Ulaanbataar. Per raggiungere questo obiettivo sarà quindi creato un istituto comprensivo, “che accompagni la crescita dei bambini dalla scuola primaria fino all’università”. “E’ un passo molto importante per la presenza della Chiesa in Mongolia – dice a Fides mons. Padilla – per diverse ragioni: prima di tutto perché l’istruzione cattolica contribuisce a quel cambiamento di mentalità necessario per il radicamento e la crescita della Chiesa in Mongolia; in secondo luogo, molti studenti, oggi costretti a recarsi all’estero per gli studi superiori, potrebbero restare in patria e continuare a dare un contributo alla comunità locale; infine questo processo potrà contribuire alla fioritura di vocazioni e dunque alla vita della Chiesa in Mongolia che, con i suoi circa 500 fedeli, è ancora molto dipendente dai missionari”. Al momento la Chiesa cattolica gestisce alcune scuole materne ed elementari, il percorso formativo superiore e accademico sarà dunque completato con la creazione dell’istituto comprensivo. Fra le congregazioni attive nell’opera di istruzione vi sono i Salesiani che in Mongolia gestiscono una scuola professionale a Ulaanbataar e hanno in programma di aprire una nuova scuola elementare. Mons. Padilla riferisce anche di un altro importante evento: il prossimo ingresso nel seminario di Daejeon (Corea del Sud), del primo aspirante sacerdote originario della Mongolia. Il giovane Enkh Baatar, 21 anni, laureatosi in Biotecnologia presso l’Università Internazionale di Ulaanbataar, ha compiuto il suo discernimento vocazionale grazie all’accompagnamento di mons. Padilla e altri sacerdoti della Congregazione dei Missionari di Scheut (Cicm), presenti nel Paese. Il 2 marzo entrerà formalmente nel Seminario Maggiore di Daejeon, prescelto per la vicinanza con la Mongolia e per la qualità dell’istruzione impartita. “Tutta la Chiesa in Mongolia spera che il giovane prosegua nei suoi studi, si fortifichi nel cammino di fede e possa giungere al sacerdozio. Sarebbe un passo storico per la missione della Chiesa locale, che attende con trepidazione il primo sacerdote mongolo della sua storia”, conclude mons. Padilla. (M.G.)







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