2009-02-14 12:51:51

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


In questa sesta Domenica del Tempo ordinario, la Liturgia ci presenta il passo del Vangelo in cui un lebbroso supplica Gesù in ginocchio: «Se vuoi, puoi purificarmi!». Gesù ne ha compassione e toccandolo con la mano gli dice:

«Lo voglio, sii purificato!».

 
Ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:RealAudioMP3

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Uno dei contrassegni più certi ed anche più inquietanti della frattura originaria, che costantemente si ritrova nell'uomo, è il suo nascondersi, il suo occultare qualcosa di spiacevole di sé. «E l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore Dio» (Gn 3, 8). «Ho avuto paura ... e mi sono nascosto» (3, 10), risponde Adamo al Creatore che lo cerca. Per paura, l'uomo si rintana e diventa quel che Josef Tischner chiamava «l'uomo dei nascondigli». Sembra che l'uomo voglia tenere per sé la sua debolezza e la sua infermità e ciò è causa di una malattia ancor più grave della prima.

 
Il lebbroso del Vangelo odierno non si nasconde, ma va da Cristo e gli palesa la sua condizione, si espone a Lui in un atto di piena confessione. Gesù accoglie il suo atto di uscita dalla vergogna, dalla paura e dal nascondiglio, lo tocca, tocca la sua umanità lebbrosa e lo guarisce.

 
«E allora pensiamo anche noi fratelli carissimi - scrive Origene - come nessuno nella sua anima nasconda la lebbra del peccato, come nessuno nel suo cuore conservi le contaminazioni delle colpe, e, seppure le possiede, istantaneamente adorando il Signore, rivolga a Lui queste parole: "Signore, se vuoi, tu puoi guarirmi" (Mc 1, 40) (Hom. in Matth., 2, 3). Ambrogio gli fa eco quando scrive: «Mostra a Lui, che è medico, le tue piaghe, ed Egli ti guarirà».

 
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