Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa sesta Domenica del Tempo ordinario, la Liturgia ci presenta il passo del
Vangelo in cui un lebbroso supplica Gesù in ginocchio: «Se vuoi, puoi purificarmi!».
Gesù ne ha compassione e toccandolo con la mano gli dice:
«Lo voglio, sii
purificato!».
Ascoltiamo il commento del teologo, don
Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:
(musica)
Uno
dei contrassegni più certi ed anche più inquietanti della frattura originaria, che
costantemente si ritrova nell'uomo, è il suo nascondersi, il suo occultare qualcosa
di spiacevole di sé. «E l'uomo, con sua moglie, si nascose dalla presenza del Signore
Dio» (Gn 3, 8). «Ho avuto paura ... e mi sono nascosto» (3, 10), risponde Adamo al
Creatore che lo cerca. Per paura, l'uomo si rintana e diventa quel che Josef Tischner
chiamava «l'uomo dei nascondigli». Sembra che l'uomo voglia tenere per sé la sua debolezza
e la sua infermità e ciò è causa di una malattia ancor più grave della prima.
Il
lebbroso del Vangelo odierno non si nasconde, ma va da Cristo e gli palesa la sua
condizione, si espone a Lui in un atto di piena confessione. Gesù accoglie il suo
atto di uscita dalla vergogna, dalla paura e dal nascondiglio, lo tocca, tocca la
sua umanità lebbrosa e lo guarisce.
«E allora pensiamo
anche noi fratelli carissimi - scrive Origene - come nessuno nella sua anima nasconda
la lebbra del peccato, come nessuno nel suo cuore conservi le contaminazioni delle
colpe, e, seppure le possiede, istantaneamente adorando il Signore, rivolga a Lui
queste parole: "Signore, se vuoi, tu puoi guarirmi" (Mc 1, 40) (Hom. in Matth., 2,
3). Ambrogio gli fa eco quando scrive: «Mostra a Lui, che è medico, le tue piaghe,
ed Egli ti guarirà».