Il vescovo di Jaffna definisce critica la situazione nel nord dello Sri Lanka
In Sri Lanka, i religiosi e le religiose che si trovano nell’area dei combattimenti
si sono spostati con altri sfollati da Suthainthirapuram a Irenapalai, dove sperano
di essere più al sicuro per la vicinanza di una postazione del Comitato Internazionale
della Croce Rossa. Alcuni di loro sono invece andati a Putumattalan, sulla costa.
A riferire alla Misna degli spostamenti dei religiosi è il vescovo di Jaffna, mons.
Thomas Savundaranayagam, che ha ricevuto informazioni da sfollati riusciti a scappare
dalle zone di combattimento. Il presule ha aggiunto che sono ancora una cinquantina
tra suore e sacerdoti i religiosi intrappolati nelle zone di conflitto. Tra i 240
feriti che due giorni fa la Croce Rossa è riuscita a trasferire da Putumattalan all’ospedale
di Trincomalee ci sono anche tre suore, le cui condizioni non sono gravi. “La situazione
va peggiorando, perché l’area delle violenze è sempre più ristretta, ma resta alto
il numero dei civili intrappolati”, ha detto il mons. Savundaranayagam. Suthainthirapuram
e Irenapalai si trovano nei pressi di Puthukkudiyiruppu, il cui ospedale è stato colpito
da più attacchi di artiglieria che nei giorni scorsi hanno provocato almeno 11 morti
e 30 feriti. Secondo fonti militari, nell’ultimo mese sono 22.000 (35.000 secondo
altri dati) i civili che hanno raggiunto le zone controllate dal governo. Oltre 100.000
civili resterebbero nelle aree dei ribelli. E' ripresa oggi, inoltre, la missione
di salvataggio del resto dei pazienti dell’ospedale bombardato e trasferiti a Putumattalan.
L’esercito afferma di essere vicino alla vittoria totale sui ribelli dele Tigri tamil.
(A.L.)