2009-02-12 14:01:33

Eluana: i funerali nella chiesa di San Daniele a Paluzza


Si sono svolti oggi, in forma privata, i funerali di Eluana Englaro, morta lunedì scorso per un arresto cardiaco dovuto a disidratazione, dopo 17 anni di stato vegetativo. Il rito è stato celebrato nella chiesa di San Daniele a Paluzza, il paese in provincia di Udine dove Eluana era nata. A presiedere le esequie, il parroco don Tarcisio Puntel. Non erano presenti i genitori e non sono stati ammessi fotografi e cineoperatori. Don Puntel si è rivolto ai familiari di Eluana: “la Chiesa non si è sentita estranea alla vostra vicenda. Quanti hanno pregato, non l'hanno fatto 'contro' qualcuno ma 'per' Eluana''. E ai familiari si è rivolto anche l'arcivescovo di Udine mons. Pietro Brollo che ha inviato un messaggio: “Vi siamo sempre stati vicino - ha affermato il presule - e soprattutto siamo stati vicini a papà Beppino e mamma Saturna. Eluana merita una grande manifestazione di affetto. Lei ci ha parlato e ci ha interrogato''. Si conclude così, con un rito religioso, una vicenda dolorosa che alcuni hanno voluto trasformare in uno scontro tra laici e cattolici. Ascoltiamo in proposito la riflessione del vescovo di Chieti-Vasto, Bruno Forte, al microfono di Sergio Centofanti.RealAudioMP3

R. – Ma io credo che questa contrapposizione sia di comodo, perché mai come nelle questioni etiche fondamentali il confine non passa attraverso una scelta religiosa, ma passa attraverso l’idea fondamentale dell’uomo e della legge morale, che è tale da unire tutti gli esseri umani. Se non ci fosse una legge morale che ci unisce, non sarebbe possibile nessun vero dialogo, nessuna vera cooperazione fra gli esseri umani, le culture, i popoli. Naturalmente, chi ha una dimensione di fede ha un motivo ulteriore per riconoscere che la vita umana ha un valore infinito, è dono di Dio e solo Dio può togliercela; ma mi chiedo se anche un non credente, un fratello, una sorella in umanità, non possa ritrovarsi in questo riconoscimento del valore infinito di ogni essere umano, qualunque sia la sua condizione. E’ su questo riconoscimento – che peraltro è radicato nel decalogo, voce della coscienza universale, che si fonda la convivenza fra gli esseri umani.
 
D. – In tutta questa vicenda, tra tanti rumori, risalta la testimonianza silenziosa delle Suore Misericordine, che hanno curato amorevolmente Eluana per così tanti anni…
 
R. – Credo che la loro discrezione - anche nell’uso delle parole e dei media – sia un esempio altissimo: l’amore che queste suore hanno dato ad Eluana è fuori discussione. Il loro desiderio di continuare a custodirne la vita, con tenerezza infinita e con una comunicazione d’amore – che passava anche semplicemente attraverso le cure del quotidiano, i semplici gesti di una carezza, tutto questo è un messaggio su cui credo tutti dobbiamo riflettere, credenti e non credenti, sia chi si dice a favore della vita, da tutelare fino all’ultimo istante, sia chi invece pone condizioni o limiti a questa sicurezza. Una legge sul fine-vita dovrà tenere ben presente Eluana che muore ma anche le suore che l’hanno assistita, ed interrogarsi sulle ragioni di tutto questo, perché la legge fatta possa essere a servizio e promozione della dignità di ogni essere umano.







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