Nel nord dello Sri Lanka è sempre più grave l’emergenza legata alla fuga dei civili
dalle zone interessate dal conflitto tra le Tigri Tamil e l’esercito di Colombo. L’Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) si è infatti preparato per
affrontare le necessità più urgenti di oltre 150 mila civili che dalle zone del conflitto
sono scappati nelle aree controllate dal governo. Secondo l’agenzia delle Nazioni
Unite, finora più di 13 mila sfollati sono stati alloggiati in diversi luoghi nel
Distretto di Vavuniya, base delle agenzie umanitarie nel nord, e anche a Jaffna e
nel Distretto di Mannar, nel nord-ovest del Paese. L’Unhcr aspetta altre 5.000 persone
che dovrebbero raggiungere Vavuniya nelle prossime 24-48 ore. L’Unhcr ha quindi messo
a punto una strategia di protezione e assistenza primaria per i nuovi arrivati e sta
svolgendo un’opera quotidiana di assistenza nei siti per sfollati interni e di transito.
Allo stesso tempo l’ufficio Unhcr collabora con il governo dello Sri Lanka sui vari
problemi legati alla protezione nei siti. Da parte sua, il governo ha espresso la
sua volontà di aderire a tali standard e l’Unhcr aspetta adesso un riscontro concreto
alle sue richieste. Al momento, sono in discussione anche altri temi legati alla protezione
degli sfollati interni, come un maggiore accesso ai siti e un maggiore coinvolgimento
nei meccanismi di coordinamento sul campo per le attività di assistenza. L’UNHCR resterà
comunque in contatto con la controparte governativa per assicurare che ogni eventuale
questione che dovesse sollevarsi venga sempre risolta. L’Unhcr ha rivolto, infine,
al governo e alle Ltte un appello affinché si sospendano gli scontri indiscriminati
in prossimità di zone ad altra densità di popolazione nella cosiddetta zona sicura,
che finora è stata invece più volte violata da entrambe le parti. (M.G.)