"La vita dell'uomo non è un bene disponibile. In Cristo è la risposta all'enigma del
dolore" . Così il Papa a conclusione della giornata del malato
“La vita dell’uomo non è un bene disponibile”, “in Cristo, Parola incarnata, si trova
la risposta all’enigma del dolore e della morte”. Così Benedetto XVI questo pomeriggio
a conclusione della 17ma giornata mondiale del Malato in San Pietro. Durante la celebrazione
eucaristica celebrata dal card. Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio
Consiglio per gli operatori Sanitari e concelebrata dal cardinale vicario Agostino
Vallini, presidente dell’Opera Romana Pellegrinaggi, a dieci malati è stata amministrata
l’Unzione degli Infermi. Il servizio è di Paolo Ondarza.
Anche nel
messaggio per l’odierna Giornata, dedicata quest’anno ai bambini ammalati o vittime
di abusi e violenze, il Papa sottolinea “l’assoluta e suprema dignità di ogni vita
umana”, che va vissuta “in pienezza anche quando è debole ed avvolta dal mistero della
sofferenza”. Sulle malattie, non solo fisiche, che affliggono molti bambini in diversi
Paesi del mondo si sofferma, al microfono di Romilda Ferrauto, il cardinale Javier
Lozano Barragán:
R. – I bambini
sono la parte più debole dell’umanità e ci colpisce lo stato di abbandono, specialmente
di tanti di loro ammalati fisicamente o spiritualmente. Ci colpisce anche il dramma
di quei bambini che soffrono intensamente per la separazione dei loro genitori. Questo
avviene in Italia, negli Stati Uniti, in Messico e ovunque. C’è poi il fenomeno dei
tanti bambini soldato, dei tanti bambini massacrati nelle guerre, in Iraq, in Afghanistan
e in altri Paesi. Ci sono i bambini sfruttati per il commercio sessuale e nel lavoro.
Ci sono i bambini che si trovano nella povertà assoluta. Tutto questo ci spinge assolutamente
a raccomandarli tutti al Signore, perché ricevano sostegno e perché il Signore abbia
cura specialmente di loro.
D. – C’è qualche aspetto di questa giornata su cui
vuole attirare l’attenzione?
R. – Penso in particolare a quei bambini orfani,
con genitori affetti da Aids, i cui nonni non hanno potuto accoglierli. Mi riferisco
ai bambini dell’Africa subsahariana. Penso specialmente a loro.
D. – Da sempre,
la Chiesa è impegnata nel campo dell’aiuto, dell’assistenza ai malati. Quale è oggi
la sfida principale che desta preoccupazione in questo campo?
R. – La secolarizzazione.
Io penso che dobbiamo puntare l’attenzione sulla forma di assistenza ai malati che
sia veramente cristiana.