2009-02-09 14:22:40

Lotta dei vescovi africani contro la corruzione e la povertà


I vescovi di 6 Paesi dell’Africa Centrale mettono sotto accusa la corruzione. È quanto si legge in un rapporto stilato dai presuli che rappresentano le Nazioni che fanno parte dell’Associazione delle conferenze episcopali della regione dell’Africa Centrale (Acerac): Gabon, Congo, Camerun, Ciad, Repubblica Centrafricana, Guinea equatoriale. I vescovi osservano che lo sfruttamento delle risorse naturali di una Nazione deve avvenire nell’osservanza delle norme ambientali e sociali, affinché siano rispettati i diritti dell’uomo e il benessere delle popolazioni. “Se le risorse del suolo e del sottosuolo – spiegano – contrastano con la miseria delle popolazioni, ciò si verifica a causa della corruzione che fa inceppare il funzionamento della nostra amministrazione ed economia, dei nostri investimenti, del nostro sistema educativo e sanitario”. I presuli peraltro mettono in risalto che i loro appelli nel passato, hanno contribuito ad esempio, a rimuovere il tabù sul petrolio, e a richiamare più volte l’attenzione sull’opportunità del cambiamento in materia di scoperta e gestione delle risorse naturali. Infine esortano le comunità nazionali a portare avanti l’impegno contro la povertà e a sviluppare un meccanismo di resistenza contro la corruzione. Più volte l’Acerac è intervenuta per denunciare la corruzione, che incide fortemente sulla povertà dei popoli africani, già provati da frequenti siccità che provocano carestie. I vescovi del Kenya, proprio per contrastare la fame, hanno lanciato un piano strategico quinquennale. Il cardinale John Njue, arcivescovo si Nairobi e presidente della conferenza episcopale locale ha affermato che si tratta di un programma “che guiderà a un apostolato efficace e a servizio di un sostegno avanzato a tutte le diocesi del Paese”. (V.V.)








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