Il Papa ricorda in un telegramma mons. Cipriano Calderón Polo, "servitore altruista
della Santa Sede". Ieri, le esequie in Spagna
Un servitore altruista della Santa Sede, caratterizzato da una devozione fedele e
generosa: così, in sintesi, Benedetto XVI ha ricordato mons. Cipriano Calderón Polo,
scomparso il 4 febbraio all’età di 81 anni, dopo lunga malattia. A firma del cardinale
segretario di Stato, Tarcisio Bertone, il Papa ha inviato due telegrammi di cordoglio:
il primo alla famiglia del presule, il secondo al direttore generale dei Sacerdoti
operai diocesani del Sacro Cuore di Gesù, fraternità cui apparteneva mons. Calderón.
Il servizio di Isabella Piro:
Il Papa
ricorda con tristezza la morte di mons. Calderón vescovo titolare di Tagora e vicepresidente
emerito della Pontificia Commissione per l’America Latina. Per questo, il Pontefice
“desidera far giungere il suo più sentito cordoglio” ai familiari del presule scomparso.
“In questo momento di particolare afflizione - si legge nel primo telegramma - il
Santo Padre offre “ferventi preghiere di suffragio” per l’eterno riposo dell’anima
di mons. Calderón, invoca su di lui la materna protezione di Maria Santissima ed imparte
ai familiari del presule la Benedizione apostolica, “come segno di fede e di speranza
nel Signore Risorto”. Poi, nel telegramma indirizzato alla Fraternità dei Sacerdoti
operai diocesani, Benedetto XVI ricorda “la fedele e generosa devozione di questo
altruista servitore della Santa Sede”, prima come responsabile dell’edizione settimanale
in lingua spagnola de L’Osservatore Romano e poi, dal 1988, come vicepresidente della
Pontificia Commissione per l’America Latina, incarichi che mons. Calderón - continua
il telegramma - portò a compimento “come espressione del suo profondo amore a Gesù
Cristo e alla missione evangelizzatrice della Chiesa”. Quindi, ancora una volta il
Santo Padre benedice “con affetto tutti coloro che piangono una perdita così sentita”.
Ieri, intanto, in Spagna, si sono svolti i funerali
del presule. Le esequie hanno avuto luogo nella Cattedrale di Plasencia, dove mons.
Calderón era nato nel 1927, e sono state presiedute dal cardinale Antonio Cañizares,
prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti.
L’omelia è stata pronunciata, invece, dal vescovo di Plasencia, Amadeo Rodríguez Magro,
il quale ha ribadito che “tutta la vita di questo nostro fratello nella fede è rimasta
orientata verso il mare infinito di bontà, rappresentato da Gesù Cristo, nel quale
si raggiunge la salvezza e la gioia”. Il vescovo di Plasencia ha poi rammentato lo
stretto legame tra il presule scomparso ed alcuni Pontefici, come Paolo VI - del quale
mons. Calderón fu cronista ufficiale - e come Giovanni Paolo II, con cui condivise
la predilezione per “gli amati popoli” latinoamericani e l’ardore missionario, che
amava definire “Nuova Evangelizzazione”. Le spoglie di mons. Calderón riposano ora
nella Parrocchia di Plasencia dedicata a Cristo Salvatore, dove fu battezzato.