2009-02-07 15:05:00

Rapporto sull'Indonesia: a rischio la libertà religiosa


Aumentano in Indonesia le violazioni al diritto di libertà religiosa. E’ quanto emerge - secondo l’Osservatore Romano - dall’ultimo rapporto del Setara Institute for Democracy and Peace, un organismo di ricerca per la promozione dei valori civili, secondo cui nel 2008 le violazioni accertate nel Paese sono state 367 - 135 in più rispetto al 2007 - registrate in 265 episodi. Di queste 88 sono state classificate come veri e propri atti criminali, 91 sarebbero le azioni di intolleranza di minore gravità, e una quindicina gli episodi diretti contro la comunità cristiana. Una minoranza che raggiunge il 13,1% della popolazione totale, a fronte di un 54,7% costituito da musulmani. Nel Paese, oltre al cristianesimo e all’islam, sono riconosciuti anche il buddismo, l’induismo e il confucianesimo e tutte le religioni – nonostante la costituzione garantisca dal 1945 la libertà religiosa – sono tenute al rispetto di leggi che vietano il proselitismo e regolamentano la costruzione dei luoghi di culto e le donazioni all’estero. Ancora secondo il rapporto, le regioni dove si registra il più basso livello di tolleranza e dove aumentano le probabilità di conflitti di natura religiosa sono le province di Giava Occidentale, Sumatra Occidentale e Giakarta, mentre dai dati raccolti dall’inizio del 2008 ad oggi, si rileva che la gran parte delle violazioni alla libertà religiosa sono imputabili a gruppi islamici estremisti. A mettere in rilievo il crescente fondamentalismo in Indonesia, dove nei mesi scorsi due chiese e alcune case cristiane sono state incendiate, è poi il Wahid Institute, che pure non manca di registrare nel Paese una consistente quota di musulmani moderati, leader e intellettuali in aperto contrasto con la crescita del fanatismo religioso. (C.D.L.)







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