Proprio nelle ore in cui nella clinica “La Quiete” di Udine è stata avviata la procedura
di riduzione della nutrizione di Eluana Englaro, sulla vicenda è esploso un vero e
proprio caso politico-istituzionale. Il Consiglio dei Ministri ha, infatti, approvato
all’unanimità un decreto diretto a bloccare la procedura avviata a Udine, nonostante
il preventivo dissenso del Capo dello Stato. Napolitano ha infine comunicato il rifiuto
a firmare il decreto in quanto incostituzionale, perché privo – secondo il Presidente
- dei presupposti di necessità ed urgenza e perché in contrasto con una sentenza passata
in giudicato. Immediata la reazione dell’esecutivo. Il servizio è di Giampiero Guadagni:
Dunque il Capo
dello Stato non ha firmato il decreto legge perché, tra l’altro, mancavano i requisiti
di necessità e urgenza. Un’ ipotesi che non vede d’accordo il presidente onorario
dei giuristi cattolici, Giuseppe Dalla Torre, intervistato da Alessandro Guarasci:
Un colpo
di scena l’annuncio del varo di un decreto sul caso Englaro, dopo una mattinata all’insegna
del pessimismo sulla possibilità che il Consiglio dei ministri arrivasse ad una decisione
auspicata da tanti. Fra questi la Comunità Papa Giovanni XXIII che in questi giorni
ha dato vita a diverse iniziative di preghiera e di solidarietà ad Eluana, anche a
Udine. Adriana Masotti ha sentito il portavoce dell’associazione, don Aldo Bonaiuto:
E intanto,
come già detto, alla Clinica “La Quiete” di Udine, dove – come avete sentito - da
martedì è ricoverata Eluana Englaro, è iniziato ieri il protocollo di interruzione
graduale dell'alimentazione e dell'idratazione. Sono attesi, intanto, per oggi, nel
capoluogo friulano, gli ispettori del Ministero del Welfare, che, su disposizione
del Ministro Maurizio Sacconi, verificheranno una serie di requisiti della casa di
riposo. Intanto l’arcivescovo di Udine, Mons. Pietro Brollo, al microfono di Luca
Collodi lancia un appello in favore della sospensione del protocollo: E sulla vicenda
di Eluana abbiamo raccolto la testimonianza di Margherita Coletta, vedova di Giuseppe,
carabiniere assassinato a Nassiryah e madre di Paolo, stroncato dalla leucemia all’età
di sei anni. Il dolore ha avvicinato la donna al dramma della famiglia Englaro: da
qui il desiderio di conoscere papà Beppino, quindi lo “sconvolgente” incontro con
Eluana. Ecco come lo ha raccontato al microfono di Paolo Ondarza, poco prima che arrivasse
la notizia dell'approvazione del decreto. R. – All’inizio
non sapevo cosa aspettarmi, perché da tutto quello che sentivo in giro, che era attaccata
alla macchina, pensavo – entrando lì dentro – di trovarmi una ragazza, non so in che
condizioni da come l’avevano descritta; quindi, che respirasse attraverso un'apparecchiatura,
cosa che invece non è stata. Io sono entrata nella stanza ed ho visto una ragazza
della mia stessa età, di 38 anni, coricata in un lettino, senza alcuna apparecchiatura
vicino; come quando una persona va a trovarne un’altra in ospedale, alimentata attraverso
un sondino, e non aveva nient’altro.
D. – Ma ha
avuto l’impressione di non poter instaurare un rapporto, con Eluana?
R. – No,
ho avuto tutt’altra impressione, perché io, quando mi sono avvicinata, non volevo
invadere la sua privacy. Lei era appoggiata con la guancia destra sul cuscino; io
ho cominciato ad accarezzarla e lei ha iniziato a muovere le palpebre. Lì per lì sono
rimasta turbata per questo, perché me la immaginavo con gli occhi chiusi. La delicatezza
della sua pelle è come la sensazione di toccare il velluto; la suora mi ha anche fatto
vedere il suo corpo, le sue gambe snelle.
D. – Cosa ha visto?
R. – Una
donna, una donna normalissima come tante altre donne; soltanto con il viso un po’
più rotondo rispetto alle foto, i capelli corti per essere anche più agevole la pulizia
della sua persona. Invece poi, la seconda volta che sono tornata da lei, il 23 dicembre,
sono andata con una consapevolezza diversa: quindi mi sono avvicinata ed ho iniziato
un po’ a scherzare con lei. E nel corridoio c’era il papà, Beppino, che era arrabbiato
con dei giornalisti, e mi ricordo che io, per sdrammatizzare un po’ la cosa, mi sono
avvicinata a lei e le ho detto “Eluana, lasciali perdere, tutti”, scherzando, ridendo,
“non dar retta a nessuno”, e a questa battuta lei ha sorriso. Poi ho saputo che questa
cosa non l’ha mai fatta in 15 anni; c’erano altre due persone, vicino a me, che l’hanno
visto.
D. – Ecco, ora Eluana ha lasciato la casa di cura dov’è stata assistita
dalle suore che si sono prese cura di lei amorevolmente…
R. – Amorevolmente.
Io ho avuto rapporti soprattutto con suor Rosangela, quella che le è stata proprio
vicina per 15 anni; lei la ama come se fosse sua figlia.
D. –
Quello a cui forse non si pensa, in questi momenti, è che Eluana, adesso, si trova
in una struttura per lei totalmente estranea; è sola…
R. – Certo, non la amano.
Nessuno ama Eluana, lì dov’è. Quale battaglia stanno facendo, per Eluana? Stare in
14, tra medici ed infermieri, lì davanti, e veder morire una persona, questo è un
atto disumano. Dare ad Eluana un po’ d’acqua e poi toglierla, farla morire di sete
è una cosa assurda: come fa l’essere umano a non rientrare in se stesso? Se loro provassero
a pensare ad Eluana come ad una persona che appunto è viva, respira autonomamente,
che sicuramente ha dei sentimenti dentro, ma che non riesce ad esprimerli; la vita
va intesa anche in questo stato.
D. – Che cosa prova, adesso che Eluana è stata
portata a morire?
R. – Provo un immenso dolore dentro. Ma non per Eluana, perché
lei, comunque vadano le cose, starà bene; avrà un Padre che l’accoglierà. Io provo
dolore per quelli che rimarranno.
D. – Pensa al papà?
R. – Sì, penso
al papà, al dolore immenso che proverà quando si sveglierà lui dal coma, non Eluana.
Io ho rispettato lui finchè Eluana è rimasta a Lecco; non ho detto nulla, perché era
una cosa che io volevo tenere per me. Però adesso no, adesso era giusto dirlo, perché
la verità va sempre detta.
D. – Margherita, ha sentito il signor Englaro, dopo
il trasferimento di Eluana?
R. – Sì, ho saputo alle due di notte che Eluana
sarebbe stata portata via, quindi la mattina l’ho chiamato per avvisarlo che io avrei
detto queste cose. Lui stamattina, sui giornali, ha detto che gli amici cui ha fatto
vedere Eluana l’hanno tradito: non è così. Io sono sua amica e lo rimarrò sempre,
perché rispetto il suo dolore di padre, anche se non condivido niente di quello che
sta facendo. D. – Pensa di sentirlo? R. – Sì, sicuramente. E’ un padre, un padre
che forse ha perso di vista qual è il ruolo reale che un genitore deve avere nei confronti
dei propri figli. Probabilmente perché è stato un po’ stordito da tutto quello che
gli è successo intorno, da chi lo sta usando.