2009-02-06 10:14:08

Mons. Sigalini: il sì alla vita per Eluana è il sì alla vita per i clandestini


Vescovi italiani e medici cattolici contro il provvedimento approvato ieri al Senato che dà la possibilità ai medici di denunciare gli immigrati clandestini che vanno a farsi visitare in strutture sanitarie pubbliche. Ora il provvedimento passerà all'esame della Camera. Il segretario della Commissione episcopale per le migrazioni della Cei, mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, ha detto che il sì della Chiesa alla vita per Eluana va di pari passo al sì al rispetto della vita degli immigrati irregolari. Ecco la sua riflessione al microfono di Sergio Centofanti:RealAudioMP3

R. – Certo, è un discorso univoco, come siamo contro l’aborto, come siamo contro l’eutanasia, siamo contro tutte le misure contro la vita: ma l’essere contro non è sufficiente per noi cristiani. Facciamo degli interventi concreti che permettano di fare quello che lo Stato attualmente non fa. Allora noi, rispettando le leggi, ma dentro una carità che ci obbliga anche ad andare contro eventuali sanzioni, vogliamo aiutare le persone. Noi già trovavamo difficoltà, da parte di queste persone immigrate, non regolari, a curare le loro malattie perché, già prima di questa misura, temevano di essere denunciate ed essere rimandate in patria. Io ritengo che, come Chiesa, la Caritas si attrezzerà e quindi, tutti i cristiani che vogliono esprimere solidarietà, si attrezzeranno per aiutare questi malati perché, alle volte, i casi sono anche veramente gravi. Immaginiamo una donna che deve partorire, non può rischiare di partorire in casa dopo aver fatto una grande fatica per convincersi a tenere il bambino perché l’abbiamo aiutata ad avere speranza, perché noi abbiamo l’80 per cento di donne immigrate che praticano l’aborto. Noi riusciamo, con i nostri dialoghi, ad intercettare questi bisogni e non vorremmo che questo aiuto non venga più accolto.

D. – Il provvedimento passa ora alla Camera. Che cosa auspicate?

 
R. – Io auspico che ci siano delle prese di posizione un po’ diverse, che il provvedimento venga rimodulato diversamente e che venga data la possibilità alle persone di curarsi. C’è anche il pericolo di malattie infettive che non vengono denunciate, è quindi un danno anche per gli altri cittadini, anziché un provvedimento sulla sicurezza. Quindi neanche la sicurezza viene rispettata se non si sta attenti nel campo sanitario. Noi, come cristiani, ci attrezziamo per esprimere sempre di più la solidarietà. Cercheremo di intavolare nuovi discorsi su questa nuova legge per trovare i percorsi che siano capaci di garantire la sicurezza al cittadino ma di garantire prima di tutto il diritto alla vita a queste persone.

Contrario al provvedimento anche il presidente dell’Associazione dei medici cattolici, il prof. Vincenzo Saraceni. Ascoltiamolo al microfono di Sergio Centofanti:RealAudioMP3
 
R. – Se io posso fare un accostamento – me lo lasci fare – dico che il medico è un po’ come il confessore; allora ci mancherebbe altro che un medico, che vede un malato in una condizione di fragilità, invece che curarlo solamente, vada anche a denunciarlo perché è un immigrato clandestino. Quindi, questa norma mi trova assolutamente contrario e ritengo che i medici non usufruiranno di questa possibilità. Quindi, da questo punto di vista, sono tranquillo perché non c’è nella nostra cultura questa idea della denuncia di chi è clandestino. Sono preoccupato, invece, se gli immigrati, temendo una denuncia, non si rivolgano ad una struttura sanitaria; questo mi preoccupa perché creerebbe un pericolo per la loro salute e quindi, in teoria, anche per la loro vita. Penso, per esempio, a donne partorienti che magari non vanno in ospedale e possono partorire in condizioni precarie; questo rappresenterebbe un rischio anche per la vita dei bambini. Questo è quello che mi preoccupa di più.

 
D. – Si può parlare di obiezione di coscienza da parte dei medici?

 
R. – L’obiezione di coscienza credo sia un po’ impropria, perché la disposizione legislativa dà solo una possibilità e allora non è che si possa obiettare contro una possibilità; non è che sia un vincolo o un obbligo. Quindi, questo è un po’ improprio.

 
D. – Come definite questa misura?

 
R. – Assolutamente inopportuna.

 
D. – Il provvedimento, adesso, passa alla Camera: cosa vi augurate?

 
R. – Io mi auguro che su questo punto si torni indietro, si torni alla legislazione precedente in cui i medici erano esonerati da questa possibilità.







All the contents on this site are copyrighted ©.