Mons. Migliore: no all’esclusione sociale di poveri ed immigrati. Necessarie condizioni
di vita più umane per tutti
Per garantire un autentico sviluppo umano, bisogna promuovere l’integrazione sociale
di tutti, specie dei più bisognosi, poveri ed immigrati. E’ quanto sottolineato dall’arcivescovo
Celestino Migliore, intervenuto ieri al Palazzo di Vetro alla 47.ma sessione delle
Commissione per lo Sviluppo Sociale. L’Osservatore permanente della Santa Sede all’Onu
si è soffermato sulle strategie necessarie a promuovere un autentico sviluppo umano
di chi è escluso o discriminato. Il servizio di Alessandro Gisotti:
I
problemi delle famiglie, degli anziani, dei disoccupati, degli immigrati e di tutti
i gruppi soggetti all’esclusione sociale devono essere affrontati attraverso appropriate
strutture legali, sociali e istituzionali: è l’esortazione dell’arcivescovo Celestino
Migliore, che nel suo intervento al Palazzo di Vetro ha sottolineato come lo sviluppo
sociale non richieda solo un aiuto finanziario, ma un effettivo coinvolgimento delle
persone. Un concetto che il presule ha ribadito più volte. E’ necessario, ha avvertito,
dare alle persone la possibilità concreta di essere i protagonisti del proprio sviluppo,
rendendo le condizioni di vita più umane per tutti.
Ciò
che manca nella lotta alla povertà e all’ineguaglianza, è stata la riflessione dell’Osservatore
vaticano, non è primariamente l’assistenza finanziaria o la cooperazione giuridica
che sono comunque essenziali. Piuttosto è urgente una rete di relazioni capace di
condividere la vita di coloro che sono esclusi. Ancora, ha detto, c’è bisogno di individui
capaci di presenza e azioni e il cui impegno sia riconosciuto dalle istituzioni locali,
nazionali e globali. Ed ha riecheggiato le parole di Benedetto XVI nella Giornata
Mondiale della Pace: lo sviluppo non è solo una questione tecnica, ma necessita di
una reale attenzione all’elemento umano.
Attraverso
la condivisione con gli esclusi della società, ha detto ancora mons. Migliore, si
possono trovare gli strumenti per una loro migliore integrazione nella comunità. Così
potremo affermare la loro dignità, rendendoli veri protagonisti del proprio sviluppo.
Ed ha assicurato che la Santa Sede, con le sue varie istituzioni, è impegnata a sradicare
la povertà e a conseguire un’integrazione sociale per tutti.