Mons. Celli in Costa d’Avorio: la Chiesa sia sempre più presente nel mondo della
comunicazione digitale
E’ in corso ad Abidjan, in Costa d’Avorio, la 17.ma assemblea plenaria della CERAO,
la Conferenza episcopale regionale francofona dell’Africa dell’Ovest. Si tratta dell’ultima
riunione dei soli presuli francofoni dell’area e segna la fusione con gli episcopati
anglofoni, sotto una nuova denominazione di Associazione delle Conferenze episcopali
dell’Africa Occidentale (ACEAO/AECWA). Stamani è intervenuto all’assemblea l’arcivescovo
Claudio Maria Celli. Il presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni
Sociali, raggiunto telefonicamente ad Abidjan da Alessandro Gisotti, si sofferma
sul ruolo sempre crescente dei media nell’attività pastorale:
R. - Uno
dei temi, innegabilmente di grande interesse in questa assemblea, è il tema della
comunicazione. Quindi, vedere in che misura la comunicazione sia un punto di una pastorale
sempre più attenta a quelli che sono i problemi di questa grande regione dell’Africa
che vede riuniti 16 Paesi con più di 240 milioni di abitanti. Vedere come le nuove
tecnologie danno un nuovo impulso alla comunicazione e quindi come tutti i vescovi
sentano il bisogno di assumere questa responsabilità della promozione di una evangelizzazione
sempre più attenta ai problemi locali. E soprattutto legata a questa ricchezza di
un amore di Dio che comunica all’uomo e ci dona la sua Parola.
D.
– Evidentemente, pur essendo realtà molto diverse, pensiamo all’Africa occidentale
piuttosto che l’Europa o l’America Latina, la comunicazione è sempre più un tema fondamentale
nell’azione pastorale…
R. – Oggigiorno, le nuove
tecnologie, anche in questi Paesi, che a prima vista sembrerebbero i più lontani,
stanno arrivando con un ritmo incalzante. C’è una cultura che sta emergendo. Innegabilmente
è una realtà sempre più evidente che pone nuovi problemi, quindi da un lato c’è l’utilizzo
dei mezzi come strumenti per annunciare la Parola di Dio, e quindi renderli strumenti
di una evangelizzazione più efficace, ma dall’altro lato, si pone anche l’esigenza
di far fronte ad una evangelizzazione di questa cultura nuova che, anche qui in Africa,
sta prendendo piede e trova dei suoi momenti sempre più concreti.
D.
– La Chiesa, indubbiamente, ha sempre mostrato grandissima attenzione alle comunicazioni
sociali e alle nuove tecnologie. Tuttavia, ovviamente, ci sono a volte anche delle
difficoltà nella comunicazione. Come cercare di affrontare queste problematiche?
R.
– E’ innegabile che queste nuove tecnologie comportano degli aspetti ambigui o anche
non condivisibili. Però si ritiene – e il Papa stesso lo sottolinea – che si debba
guardare avanti e quindi, pur consapevoli di questi limiti, bisogna cercare di essere
presenti con una nuova evangelizzazione. Io la chiamo proprio una “diaconia della
cultura”, cioè la Chiesa sente il bisogno di essere presente in questa nuova cultura
digitale, portando quello che è il suo messaggio di un amore di Dio per l’uomo, questo
Dio presente nel condividere ogni cammino, ogni passo dell’uomo oggi.