2009-02-06 15:09:46

I religiosi cattolici accanto ai civili del nord dello Sri-Lanka


Alla richiesta del presidente dello Sri Lanka Rajapaksa di far evacuare i religiosi dall’area dei combattimenti tra l’esercito di Colombo e le Tigri Tamil nel nord del Paese, ha risposto il nunzio apostolico in Sri Lanka mons. Mario Zenari che solo ieri ha visitato la diocesi di Jaffna, la più colpita dalle violenze. Il presule – riferisce Asianews – ha affermato che “i sacerdoti cattolici resteranno sempre e lavoreranno con il popolo, non lo abbandoneranno mai”. Nell’area operano 22 sacerdoti e 27 suore che curano i profughi della regione di Vanni, si tratta di religiosi provenienti dalle diocesi del nord che appartengono a vari ordini come i gesuiti e gli Oblati di Maria Immacolata. Intanto nella zona cresce il numero delle vittime, secondo il comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) e le organizzazioni umanitarie i morti aumentano e il governo continua a negare l’accesso all’area degli scontri alla stampa. Proprio Colombo, nei giorni scorsi, ha rifiutato di negoziare con i ribelli sostenendo che l’unica soluzione è la resa incondizionata. E proprio oggi almeno 100 persone hanno assaltato la sede della Comitato della Croce Rossa internazionale (Icrc) a Colombo lanciando pietre contro gli uffici situati nella centrale Layards Road e occupando la sede dell’organizzazione per un’ora e mezza. Il fatto segue di poche ore la richiesta di espulsione del capo della Croce Rossa, Paul Castella. La richiesta è stata fatta al governo dal leader del National Freedom Front (Nff), Wimal Weerawansa. Weerawansa, presidente del partito di matrice marxista , che sostiene il presidente Mahinda Rajapaksa , accusa il direttore della Croce rossa di diffondere dati falsi sulla tragica situazione dei profughi e delle vittime degli scontri nel nord del Paese sostenendo così le Tigri tamil. La Croce rossa e gli organismi umanitari presenti nella zona in cui esercito e ribelli si confrontano, confermano la stima di 250mila persone intrappolate nell’area. L’Onu afferma che nei bombardamenti del 4 febbraio almeno 52 civili sono morti e 80 feriti. (B.C.)







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