Eluana: approvato il decreto che impedisce la sospensione di alimentazione e idratazione
Caso Englaro. Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi all’unanimità il decreto
legge per impedire la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione di Eluana.
Il decreto è stato approvato nonostante i dubbi del Quirinale. Proprio oggi la Clinica
“La Quiete” di Udine aveva iniziato la riduzione dell’alimentazione della donna in
stato vegetativo da 17 anni. Sulla vicenda abbiamo raccolto la testimonianza di Margherita
Coletta, vedova di Giuseppe, carabiniere assassinato a Nassiryah e madre di Paolo,
stroncato dalla leucemia all’età di sei anni. Il dolore ha avvicinato la donna al
dramma della famiglia Englaro: da qui il desiderio di conoscere papà Beppino, quindi
lo “sconvolgente” incontro con Eluana. Ecco come lo ha raccontato al microfono di
Paolo Ondarza, poco prima che arrivasse la notizia dell'approvazione del decreto:
R. – All’inizio
non sapevo cosa aspettarmi, perché da tutto quello che sentivo in giro, che era attaccata
alla macchina, pensavo – entrando lì dentro – di trovarmi una ragazza, non so in che
condizioni da come l’avevano descritta; quindi, che respirasse attraverso un'apparecchiatura,
cosa che invece non è stata. Io sono entrata nella stanza ed ho visto una ragazza
della mia stessa età, di 38 anni, coricata in un lettino, senza alcuna apparecchiatura
vicino; come quando una persona va a trovarne un’altra in ospedale, alimentata attraverso
un sondino, e non aveva nient’altro.
D. – Ma ha avuto
l’impressione di non poter instaurare un rapporto, con Eluana?
R.
– No, ho avuto tutt’altra impressione, perché io, quando mi sono avvicinata, non volevo
invadere la sua privacy. Lei era appoggiata con la guancia destra sul cuscino; io
ho cominciato ad accarezzarla e lei ha iniziato a muovere le palpebre. Lì per lì sono
rimasta turbata per questo, perché me la immaginavo con gli occhi chiusi. La delicatezza
della sua pelle è come la sensazione di toccare il velluto; la suora mi ha anche fatto
vedere il suo corpo, le sue gambe snelle.
D. – Cosa
ha visto?
R. – Una donna, una donna normalissima
come tante altre donne; soltanto con il viso un po’ più rotondo rispetto alle foto,
i capelli corti per essere anche più agevole la pulizia della sua persona. Invece
poi, la seconda volta che sono tornata da lei, il 23 dicembre, sono andata con una
consapevolezza diversa: quindi mi sono avvicinata ed ho iniziato un po’ a scherzare
con lei. E nel corridoio c’era il papà, Beppino, che era arrabbiato con dei giornalisti,
e mi ricordo che io, per sdrammatizzare un po’ la cosa, mi sono avvicinata a lei e
le ho detto “Eluana, lasciali perdere, tutti”, scherzando, ridendo, “non dar retta
a nessuno”, e a questa battuta lei ha sorriso. Poi ho saputo che questa cosa non l’ha
mai fatta in 15 anni; c’erano altre due persone, vicino a me, che l’hanno visto.
D.
– Ecco, ora Eluana ha lasciato la casa di cura dov’è stata assistita dalle suore che
si sono prese cura di lei amorevolmente…
R. – Amorevolmente.
Io ho avuto rapporti soprattutto con suor Rosangela, quella che le è stata proprio
vicina per 15 anni; lei la ama come se fosse sua figlia.
D.
– Quello a cui forse non si pensa, in questi momenti, è che Eluana, adesso, si trova
in una struttura per lei totalmente estranea; è sola…
R.
– Certo, non la amano. Nessuno ama Eluana, lì dov’è. Quale battaglia stanno facendo,
per Eluana? Stare in 14, tra medici ed infermieri, lì davanti, e veder morire una
persona, questo è un atto disumano. Dare ad Eluana un po’ d’acqua e poi toglierla,
farla morire di sete è una cosa assurda: come fa l’essere umano a non rientrare in
se stesso? Se loro provassero a pensare ad Eluana come ad una persona che appunto
è viva, respira autonomamente, che sicuramente ha dei sentimenti dentro, ma che non
riesce ad esprimerli; la vita va intesa anche in questo stato.
D.
– Che cosa prova, adesso che Eluana è stata portata a morire?
R.
– Provo un immenso dolore dentro. Ma non per Eluana, perché lei, comunque vadano le
cose, starà bene; avrà un Padre che l’accoglierà. Io provo dolore per quelli che rimarranno.
D.
– Pensa al papà?
R. – Sì, penso al papà, al dolore
immenso che proverà quando si sveglierà lui dal coma, non Eluana. Io ho rispettato
lui finchè Eluana è rimasta a Lecco; non ho detto nulla, perché era una cosa che io
volevo tenere per me. Però adesso no, adesso era giusto dirlo, perché la verità va
sempre detta.
D. – Margherita, ha sentito il signor
Englaro, dopo il trasferimento di Eluana?
R. – Sì,
ho saputo alle due di notte che Eluana sarebbe stata portata via, quindi la mattina
l’ho chiamato per avvisarlo che io avrei detto queste cose. Lui stamattina, sui giornali,
ha detto che gli amici cui ha fatto vedere Eluana l’hanno tradito: non è così. Io
sono sua amica e lo rimarrò sempre, perché rispetto il suo dolore di padre, anche
se non condivido niente di quello che sta facendo.
D.
– Pensa di sentirlo?
R. – Sì, sicuramente. E’ un
padre, un padre che forse ha perso di vista qual è il ruolo reale che un genitore
deve avere nei confronti dei propri figli. Probabilmente perché è stato un po’ stordito
da tutto quello che gli è successo intorno, da chi lo sta usando.