Commozione per la scomparsa di mons. Cipriano Calderón Polo
I funerali di mons. Cipriano Calderón Polo, deceduto la sera di mercoledì scorso a
Roma dopo una lunga malattia, saranno celebrati domani o domenica nella cattedrale
di Plasencia, in Spagna. Lo hanno reso noto i parenti del porporato e le autorità
ecclesiastiche. La morte di mons. Calderón Polo ha provocato grande commozione sia
in Spagna sia in America Latina, Paesi nei quali il presule passò gran parte della
sua vita prima come direttore dell’Osservatore Romano in lingua spagnola e poi come
vice presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina (Cal). Numerose
le testimonianze di affetto per mons. Calderón Polo che sarà sepolto nella cappella
del Santissimo della chiesa de El Salvador, dove fu battezzato 81 anni fa e dove nel
1953 celebrò la sua prima Santa Messa. In molti lo ricordano come un pastore mite,
pieno di zelo per il suo lavoro pastorale e dedicato interamente a servire le chiese
latinoamericane ma anche a curare i rapporti di comunione e solidarietà di queste
con le diocesi della Spagna. La sua vita di cristiano e sacerdote è stata una testimonianza
unica di amore e servizio fra le chiese delle due sponde dell’Atlantico, intesa come
comunione di fede e speranza. Era nato nella città di Plasencia il primo dicembre
1927 ed entrò in seminario quasi bambino: aveva solo 12 anni. A Roma, anni dopo, ottenne
il dottorato in teologia e filosofia, lavorando sempre molto vicino con la stampa
cattolica. In questo contesto assunse un’importante incarico come capo dell’ufficio
stampa in lingua spagnola del Concilio Vaticano II. Conobbe e lavorò con diverse Papi,
in particolare con Giovanni Paolo II nei suoi viaggi in America Latina e altri Paesi
di lingua spagnola. Ricevette la sua consacrazione episcopale proprio da Papa Wojtyla,
il 6 gennaio 1989, dopo aver lasciato la vicepresidenza della CAL. La sua città natale,
Plasencia, lo nominò “figlio prediletto” il 16 novembre 2006. Sull’Osservatore Romano,
il giornalista spagnolo Antonio Pelayo ha scritto che monsignor Cipriano Calderón
lascia a Roma, in Spagna, in America Latina e nel mondo, molti amici che lo ricorderanno
con stima. “Scompare dinanzi ai nostri occhi – aggiunge - la sua inconfondibile persona,
ma resterà per sempre la sua testimonianza di fedeltà. Il Signore saprà ricompensare
abbondantemente il suo servo fedele”. “Fra le molte qualità che Dio gli aveva concesso
spicca, a livello affettivo ed effettivo, la sua fedeltà ai Papi e alla Chiesa al
cui servizio mise la sua intelligenza, la sua capacità di lavoro, la sua austerità
di vita, le sue vaste conoscenze. La sua – conclude Pelayo - era una fedeltà che nasceva
naturalmente dalla fede in lui tanto radicata, a partire dalle sue stesse radici familiari,
ma che si riversava in tutta la sua attività, inondando ogni cosa e conferendo a tutto
senso e coerenza. Altra qualità questa che definisce colui che oggi ricordiamo”.(A
cura di Luis Badilla)