La Chiesa ricorda don Andrea Santoro a tre anni dall'uccisione
Tre anni fa veniva assassinato a Trebisonda, in Turchia, don Andrea Santoro, sacerdote
fidei donum della diocesi di Roma, ucciso a colpi di pistola mentre era raccolto
in preghiera nella chiesa di Santa Maria, di cui era parroco. Qui nel luogo del suo
martirio è stata celebrata stamane una Messa di suffragio, mentre questo pomeriggio
a Roma saranno celebrate altre due Messe nelle chiese “Gesù di Nazareth" e dei “Santi
Fabiano e Venanzio”, dove don Santoro è stato parroco. In particolare alla Messa nella
parrocchia dei Santi Fabiano e Venanzio parteciperanno i presuli della Chiesa turca,
in questi giorni a Roma per la visita ad Limina. A guidarli, mons. Luigi Padovese,
presidente della Conferenza episcopale turca, che spiega il senso ultimo di questa
ricorrenza al microfono di Roberta Gisotti:
R.
– Il significato è quello di ricordarci che non si è cristiani se non si è disposti
a sacrificare la vita. Don Andrea l’ha fatto con totale dedizione, con coraggio e
credo che questo sia l’invito che rivolge a noi cristiani di Turchia e che continua
a ricordare con la sua morte.
D. – Eccellenza, lei,
proprio nei giorni scorsi, ha lanciato un appello, un auspicio alla Chiesa in Turchia:
prendere coraggio e coscienza di essere una presenza minoritaria ma che deve svolgere
il suo ruolo senza paura…
R. – Sì, devo dire che
per molto tempo, un po’ per situazioni che si erano create, che hanno delle ragioni
storiche, si è vissuti un po’ appartati, tenendo presente che siamo una realtà veramente
minoritaria. Io credo che il sacrificio di don Andrea debba ridare coraggio ai cristiani
e debba rendere sempre più coscienti della loro identità. La fede cristiana non è
la fede in Dio, ma la fede nel Dio Crocifisso e quindi non si può passare se non attraverso
questa dimensione della Croce.
D. – La celebrazione
di questa sera sarà in una delle due parrocchie dove don Santoro è stato parroco.
Questo sarà un motivo ulteriore di commozione per ricordarlo tra tanti fedeli che
lo hanno conosciuto?
R. – Sì, sarà anche l’occasione
di rinforzare il vincolo tra la Chiesa di Roma e la Chiesa di Turchia. Don Andrea
appartiene ad entrambe. Ora, la nostra presenza qui, per altro legata alla visita
ad Limina, ha comunque un significato molto positivo perché vuole esprimere, anche
attraverso il suo sacrificio, il legame che la Chiesa di Roma da sempre ha avuto con
le Chiese della Turchia. Noi stasera confermeremo proprio questo.
D.
– Eccellenza, è allo studio un eventuale processo di Beatificazione di don Santoro?
R.
– Il processo dovrebbe essere iniziato in Turchia, là dove lui ha offerto il sacrificio
della sua vita. Aspettiamo i tempi previsti, proprio per portare avanti questa richiesta
che è già avvenuta da parte di molti. Io posso assicurare, per quanto mi riguarda,
che la documentazione di coloro che sono vissuti insieme a don Andrea, l’ho raccolta
e quindi, quando ci muoveremo, ci muoveremo sulla base di testimonianze che esistono
e su una memoria che è ancora molto viva.