I presuli irlandesi chiedono un piano strategico nazionale per far fronte alla crisi.
Un piano – spiegano – che comprenda anche riduzioni volontarie degli stipendi più
alti e una revisione della soglia minima di reddito per l’accesso all’assistenza sanitaria.
Da leader europeo negli anni del boom economico, l’Irlanda ha raggiunto il penultimo
posto nella zona dell’euro per la sua performance nell’economia. Alcuni dati – sottolinea
l’Osservatore Romano – sono utili per comprendere meglio le dimensioni dell’emergenza
povertà nel Paese. Nel 2007 la Società di san Vincenzo, la più importante associazione
caritativa irlandese, ha destinato oltre 43 milioni di euro in favore dei poveri.
Nel 2008 la cifra ha raggiunto i 55 milioni. Durante gli anni del rapido sviluppo
economico, molti hanno tratto vantaggio dalla ricchezza senza che venisse ridistribuita.
“Il settore industriale e finanziario – ha detto il vescovo Raymond Field, ausiliare
di Dublino – si è avvantaggiato enormemente così come è aumentato il consumismo e
quindi anche gli sprechi”. “Ci rendiamo conto oggi – ha concluso il presule – che
di molte cose avremmo potuto fare a meno e paghiamo il prezzo di questa voglia di
beni non necessari”. (A.L.)