Appello della Caritas per la fine delle violenze in Sri Lanka
Il conflitto in Sri Lanka deve cessare immediatamente e si devono proteggere i civili.
E’ l’appello lanciato da Caritas internationalis. L'organizzazione umanitaria chiede,
in particolare, che sia consentito alle agenzie umanitarie l’accesso nell’area teatro
di violenti combattimenti tra esercito governativo e ribelli tamil. Attualmente, sono
almeno 250 mila i civili rimasti nella regione. Nella città di Vanni è anche stato
bombardato e distrutto anche l’ufficio della Caritas. "Si deve concordare la fine
immediata dei combattimenti. Entrambe le parti in conflitto - spiega il direttore
della Caritas Sri Lanka, padre Fernando Damian - devono cercare una soluzione negoziata”.
“Le agenzie umanitarie – ha aggiunto - devono essere in grado di raggiungere i civili
innocenti”. Si stima che più di 5000 civili siano stati uccisi dall'inizio del 2006.
Il governo, intanto, ha fatto sapere di voler proseguire l'offensiva militare. Il
primo ministro ha anche offerto l'amnistia ai ribelli che consegneranno le armi. Fonti
locali hanno riferito inoltre che i ribelli, in diversi casi, hanno impedito ai civili
di fuggire. C'è da segnalare, infine, che la maggioranza della popolazione di etnia
tamil rimasta nell'area non intende trasferirsi nelle zone governative temendo ritorsioni.
(A.L.)