Eluana. Il cardinale Tettamanzi: ora si apra lo spazio della preghiera
Sono ore di dolore quelle che accompagnano la vicenda di Eluana Englaro, la donna
in stato vegetativo persistente da 17 anni, arrivata ieri nella clinica "La Quiete"
di Udine. Il protocollo messo a punto da medici e legali prevede che Eluana sia alimentata
e idratata per tre giorni. Poi un’equipe sanitaria di volontari dovrebbe iniziare
le procedure di sospensione di idratazione e alimentazione. Il ministro italiano del
Welfare Maurizio Sacconi ha reso noto che attualmente è in corso la valutazione dell’idoneità
della clinica. Sono state chieste “alla Regione Friuli Venezia Giulia informazioni
sul grado di abilitazione della casa di riposo”. Sul contesto normativo il presidente
della Repubblica italiana, Giorgio Napolitano, ha detto che non è in discussione l’introduzione
dell’eutanasia. Occorre – ha spiegato Napolitano - una legge sul testamento biologico
che regoli i momenti finali della vita. L’arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi
Tettamanzi, ha inviato una lettera alle suore che hanno avuto Eluana in cura per 15
anni. In queste ore di “sofferenza, smarrimento, angoscia, speranza e preghiera” il
porporato ribadisce il diritto alla vita, dal concepimento alla fine naturale: “Occorre
stare dalla parte della vita in ogni stadio di sviluppo e in ogni condizione di esistenza”.
Occorre salvaguardare i diritti degli ultimi – aggiunge - affinché non diventino “diritti
deboli”. Vorrei – conclude il porporato - che “il clamore attorno ad Eluana cessasse
e si aprisse lo spazio della preghiera, della riflessione”. (A cura di Amedeo Lomonaco)