Mons. Marchetto a Washington: le università come luoghi di “apostolato di speranza”
Il contributo delle università ad una cultura della speranza è stato sottolineato
dall’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale
per i Migranti e gli Itineranti, intervenuto sabato scorso all’Incontro Nazionale
dell’Associazione degli Istituti Superiori e delle Università Cattoliche (ACCU) degli
Stati Uniti, svoltosi a Washington. Secondo il presule, riporta Zenit, la società
attuale sta attraversando una “crisi di speranza” che ha la sua fonte in una “versione
secolare della speranza” stessa. Alla base di questo fenomeno c’è “l'esaltazione della
ragione contro la fede” che porta a far sì che “il divino sia sostituito dal sé”.
Per mons. Marchetto esiste il rischio che di fronte ad una mancanza di speranza ci
possa essere solo disperazione, pertanto è necessario riscoprire il “vero significato
e il vero valore della speranza religiosa”. Per quanti sono impegnati nell'istruzione
e nella formazione dei giovani, ha affermato mons. Marchetto, “è un'autentica chiamata
a promuovere un rapporto vero e intimo con Colui che è non solo la fonte di ogni speranza,
ma la speranza stessa e visto che è amore è anche verità”. Inoltre, riferendosi alla
pastorale per gli studenti stranieri, il presule ha sottolineato come nel mondo contemporaneo
si confonda spesso la nozione di assistenza e di ospitalità con quella di accoglienza.
Quest'ultima, ha osservato, non si limita a fornire “qualcosa che è meramente funzionale”,
ma “mostra una mente aperta e una prontezza pratica” ed è “un dono, una carisma che
viene dallo Spirito Santo”. Un aspetto importante dell'accoglienza, ha sottolineato
monsignor Marchetto, è il dialogo. Così è necessaria “una convinta volontà di un vero
dialogo interreligioso”, che si manifesta in tre modi: “apprendimento reciproco, condivisione
degli elementi distintivi della religione, crescita nel credo personale”. (B.C.)