2009-02-03 15:07:10

Il Papa nella Giornata della vita consacrata: il religioso sia tutto di Gesù per essere di tutti


La ricchezza della missione apostolica di San Paolo e la vita consacrata ispirata ai consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza. Sono i cardini del discorso di Benedetto XVI al termine della Messa, in San Pietro, per la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio, XIII Giornata della vita consacrata. A presiedere la Liturgia eucaristica, incastonata nella ricorrenza dell’Anno Paolino, il cardinale Franc Rodè, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica, il quale nell’indirizzo di omaggio al Papa, ha sottolineato che la testimonianza di Paolo di Tarso è guida di speranza. Massimiliano Menichetti:RealAudioMP3  
La Basilica di San Pietro avvolta dal buio spezzato dalle candele che gradatamente si sono accese dando inizio alla Liturgia della Luce, poi la processione e l’avvio della Celebrazione per la Festa della Presentazione di Gesù al Tempio. Benedetto XVI, nel saluto per la XIII Giornata della vita consacrata, ha chiesto ai religiosi e alle religiose di portare nella Chiesa e nel mondo la luce di Dio ed ha indicato come prezioso testimone della sequela di Cristo, Paolo di Tarso, l’Apostolo delle Genti: 
"Che cos’è infatti la vita consacrata se non un’imitazione radicale di Gesù, una totale 'sequela' di Lui? Ebbene, in tutto ciò Paolo rappresenta una mediazione pedagogica sicura: imitarlo nel seguire Gesù, carissimi, è via privilegiata per corrispondere fino in fondo alla vostra vocazione di speciale consacrazione nella Chiesa". 
Articolando la sostanza della vita consacrata ispirata ai consigli evangelici di povertà, castità e obbedienza, il Papa ha rimarcato come in San Paolo, che “ha donato il cuore al Signore in maniera indivisa”, sia presente la totale gratuità e concreta solidarietà verso i fratelli nel bisogno e che “accogliendo la chiamata di Dio alla castità”, “per poter servire con ancor più grande libertà e dedizione”, “egli offre un sicuro riferimento di condotta”, così come l’obbedienza ne ha animato, plasmato e consumato l’intera esistenza. Centrale, ha detto il Papa, anche un “altro aspetto della vita consacrata di Paolo” la missione, perché” Egli è tutto di Gesù per essere, come Gesù, di tutti”:
 
"A lui, così strettamente unito alla persona di Cristo, riconosciamo una profonda capacità di coniugare vita spirituale e azione missionaria; in lui le due dimensioni si richiamano reciprocamente. E così, possiamo dire che egli appartiene a quella schiera di 'mistici costruttori', la cui esistenza è insieme contemplativa ed attiva, aperta su Dio e sui fratelli per svolgere un efficace servizio al Vangelo". 
Il Papa ha poi evidenziato “il coraggio dell’Apostolo” “nell’affrontare prove terribili, fino al martirio” e la “fiducia incrollabile in Cristo”: 
"La sua esperienza spirituale ci appare così come la traduzione vissuta del mistero pasquale, che egli ha intensamente investigato ed annunciato come forma di vita del cristiano. Paolo vive per, con e in Cristo. 'Sono stato crocifisso con Cristo – egli scrive -, e non vivo più io, ma Cristo vive in me'; e ancora: 'per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno'". 
Quindi l’invito ad alimentare quotidianamente la Parola di Cristo, meditandola e “facendone la radice d’ogni azione e il criterio primo d’ogni scelta” ed ha augurato che l’Anno Paolino alimenti il proposito di accogliere la testimonianza di san Paolo:
 
"Egli vi aiuti inoltre a realizzare il vostro servizio apostolico nella e con la Chiesa con uno spirito di comunione senza riserve, facendo dono agli altri dei propri carismi, e testimoniando in primo luogo il carisma più grande che è la carità". 
E prima di impartire la Benedizione apostolica il Papa ha ricordato che il fulcro della Liturgia esorta a guardare alla Vergine Maria, la “Consacrata” per eccellenza.







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