Eluana. Vescovi: stop ad alimentazione e idratazione è eutanasia, ma vicini a famiglia
Englaro
La Parola di Dio è “la vera realtà sulla quale basare la propria vita”. Così oggi
mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, la Conferenza episcopale italiana,
alla presentazione, presso la nostra emittente, del Comunicato finale dei lavori del
Consiglio episcopale permanente che si è tenuto dal 26 al 28 gennaio scorsi. Affrontati
anche i temi del sostegno alle famiglie in un momento di difficile congiuntura economica,
immigrazione e la drammatica vicenda di Eluana Englaro. Massimiliano Menichetti:
E’ partendo
dall’immagine dell’impegno silenzioso, amorevole delle suore della clinica Beato Luigi
Talamoni di Lecco, che hanno accudito – fino alla notte scorsa – Eluana Englaro, che
mons. Crociata, segretario generale della Cei, sollecitato dai giornalisti, a margine
della presentazione del comunicato finale dei lavori del Consiglio episcopale permanente,
ha affrontato il caso, ribadendo che "è a tutti evidente che qualsiasi azione volta
ad interrompere l'alimentazione e l'idratazione si configurerebbe, al di là delle
intenzioni, come un atto di eutanasia''. Ha quindi definito la vicenda una
"contraddizione inconcepibile”:
“Da un lato, si toglie
cibo e acqua, dall’altro lato si ricorre a sedativi e medicine per far sopportare
l’effetto immediato – oltre quello ultimo della morte – di essere privata del sostegno
vitale. E’ una cosa che ritengo, a rigor di logica, inconcepibile. Detto questo, voglio
ribadire una cosa: l’assoluta vicinanza alla famiglia e alla ragazza stessa; io sono
convinto che quando ci avviciniamo al mistero del dolore e della morte, bisogna tacere
e, per chi crede, pregare”.
Spostandosi sul fronte
del fenomeno migratorio, ha rimarcato la necessità del rispetto della diversità di
culto e dei diritti umani:
“Il nostro compito è richiamare
all’esigenza di una accoglienza nel rispetto delle leggi. Coniugare accoglienza e
legalità e apprezzare gli sforzi di cercare accordi con i Paesi da cui provengono
gli immigrati, ma una volta sul nostro territorio nazionale, gli immigrati sono persone
da accogliere, persone di cui riconoscere e difendere i diritti fondamentali”.
Ma
è ribadendo che la riscoperta della Parola di Dio, “capace di vincere il pessimismo
e l'individualismo che tendono a chiudere la società contemporanea”, che mons. Crociata
ha aperto la presentazione del comunicato finale dei lavori. Ha messo in evidenza
che l’indebolimento del senso di Dio produce un affievolimento del senso dell’uomo
e di riflesso, dell’etica, che non tarda a manifestare i suoi effetti negativi anche
sul piano sociale ed economico. Da qui, il ruolo educativo della Chiesa quale autentico
punto di riferimento sul territorio:
“Attraverso
questo compito educativo che abbraccia tutte le attività della Chiesa: quelle esplicitamente
evangelizzatrici, quelle esplicitamente educative nei confronti delle nuove generazioni,
all’attività di solidarietà e di carità, alla celebrazione stessa. Tutte le attività
della Chiesa concorrono a trasmettere, una presenza di Dio stesso in Cristo, che si
rende continuamente attivo e presente”.
Centrale,
per i vescovi, la solidarietà, rivolta in particolare a sostegno delle famiglie in
difficoltà, che sarà rilanciata attraverso un’iniziativa nazionale. Infine, sollecitato
dai giornalisti, sulla revoca della scomunica nei confronti della Fraternità San Pio
X, il segretario generale della Cei ha ribadito la necessità della piena accettazione
del Concilio Vaticano II.