Il cardinale Scola: si deve riscoprire il "capitale umano" per uscire dalla crisi
“La crisi economica deve portare a riscoprire l'autentico valore del capitale umano”.
“La crisi economico-finanziaria può trasformarsi in un'occasione per uno scatto virtuoso
di ciascuno di noi, accompagnato da una maggiore passione per la costruzione comune
e realista della buona vita e del buon governo”. E’ quanto scrive il Patriarca di
Venezia, cardinale Angelo Scola, nell'editoriale dell'edizione di gennaio della Rivista
Humanitas (www.humanitas.cl) della Pontificia Università Cattolica del Cile. Il porporato
– rende noto l’agenzia Zenit - sottolinea che “la crisi finanziaria mostra chiaramente
l'esistenza di una certa involuzione antropologica ed etica, almeno nelle società
avanzate”. Secondo il modello che ha prevalso fino a questo momento, “l'orizzonte
della convivenza umana si centra sul presente a scapito del futuro e si preferisce
l'effimero al duraturo, l'anonimo al personalizzato, l'individuale al comunitario”.
“Sono questi – aggiunge - gli ambiti che dovrebbero essere oggetto di riflessione
da parte di chi è impegnato personalmente nel mondo imprenditoriale, che affonda le
proprie radici nella solida tradizione familiare e lavorativa, in cui è evidente il
peso dell'esperienza comunitaria cristiana”. Il cardinale ribadisce anche l'importanza
di incrementare il valore della prospettiva umana nelle relazioni economiche: “Nella
crisi attuale, 'Stato e mercato' continuano a essere espressione di costituzione della
società e della sua tradizione e del carattere attuale delle relazioni sociali”. “Quanto
alle imprese – spiega – la crisi deve spingerle a un maggiore riconoscimento del peso
del capitale umano”. Il cardinale Scola si chiede anche il senso dell'intervento statale
in questa situazione storica. “Con la crisi – osserva il porporato - abbiamo sicuramente
bisogno di 'più Stato', ma ne abbiamo bisogno per salvaguardare la società civile.
Si pone indubbiamente un problema di efficienza, ma con un imprescindibile aspetto
etico di equità”. Parallelamente, constata che “la Dottrina Sociale della Chiesa segnala
instancabilmente la preponderanza della società civile anche in ambito economico”.
Per questo, sottolinea che “nella congiuntura storica attuale, l'intervento dello
Stato ha un carattere soprattutto d'emergenza, necessario per spezzare la catena della
crisi”. (A.L.)