2009-02-02 14:47:56

Elezioni in Iraq, in testa il partito di Al Maliki


Bisognerà attendere ancora per i risultati ufficiali delle elezioni provinciali che si sono svolte sabato in Iraq. Alle urne si è registrata un’affluenza di oltre il 51% dei 15 milioni di aventi diritto, chiamati a votare per rinnovare i 440 seggi dei consigli di 14 province del Paese. Secondo i dati parziali, si profila un’affermazione netta per il premier Al Maliki, che ha definito le consultazioni “una vittoria di tutti gli iracheni” visto il suo pacifico svolgimento. Il servizio di Benedetta Capelli:RealAudioMP3

Si stanno ancora contando i voti ma già si evidenzia la netta vittoria del premier iracheno, Al Maliki. Il suo partito Dawa è in testa in almeno sei province del sud sciita. E un importante risultato sempre nel sud, nella città di Kerbala, sembrano averlo ottenuto esponenti indipendenti sostenuti dalla corrente che fa capo al leader radicale, Moqtada Sadr, che ufficialmente non ha invece presentato alcun candidato. Alta l’affluenza alle urne anche nelle province sunnite del centro dell’Iraq, che nel 2005 avevano boicottato le elezioni: si sono registrate punte che sfiorano il 70%. Per il momento, il successo è nelle mani dei leader tribali che hanno favorito la formazione dei cosiddetti Consigli per il risveglio, le associazioni di volontari anti al Qaeda, che hanno fortemente contribuito a stabilizzare il Paese. Sul valore di queste elezioni sentiamo il commento di Staffan De Mistura, rappresentante del segretario generale dell’ONU per l’Iraq, intervistato da Hélene Destombes:
 
“E’ certamente una vittoria per la democrazia in Iraq. E’ un simbolo della volontà degli iracheni di discutere le loro differenze politiche tramite i seggi elettorali e la politica, in generale, come avviene in tutti i Paesi del mondo. Vedere ieri tanti manifesti elettorali nelle strade, vedere le persone andare a votare per poter indicare non solo il partito ma anche il nome della persona che vorrebbero sia a capo del loro distretto provinciale era certamente incoraggiante”.
 
I consigli provinciali avranno a disposizione per il 2009 un budget di circa 2,5 miliardi di dollari, da impiegare nello sviluppo. Nonostante il valore delle elezioni, restano i dubbi sulla legge elettorale votata nel 2008, che ha suscitato proteste da parte delle minoranze religiose, anche cristiana, che non si sentono sufficientemente rappresentate.







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