2009-02-02 12:40:42

Benedetto XVI al nuovo Patriarca russo, Kirill: rafforziamo il cammino verso la piena comunione tra cattolici e ortodossi


Una lettera per esprimere la “stima e la vicinanza spirituale” al nuovo Patriarca di Mosca e di tutte le Russie e ribadire l’auspicio che i “buoni rapporti” di reciproca accoglienza e di stima tra la Chiesa ortodossa e quella cattolica possano ulteriormente rafforzarsi, sulla scia di quanto costruito con il Patriarca Alessio II. Sono i concetti principali che Benedetto XVI esprime nella lettera al nuovo Patriarca ortodosso russo, Kirill, che ieri ha vissuto l’inizio del suo mandato con la solenne cerimonia di intronizzazione nella Cattedrale moscovita di Cristo Salvatore. Il servizio di Alessandro De Carolis: RealAudioMP3

Una lettera augurale e nel contempo di riconoscimento del lavoro comune svolto finora, che guarda al futuro con la speranza che il dialogo si rinsaldi ancor più. Benedetto XVI è esplicito nel rammentare come già in passato, nella veste di presidente del Dipartimento delle Relazioni esterne della Chiesa ortodossa, il nuovo Patriarca russo, Kirill, abbia “svolto - scrive - un ruolo importante nel forgiare un rinnovato rapporto tra le nostre Chiese: un rapporto basato sull’amicizia, la reciproca accettazione e il sincero dialogo, capace di affrontare le difficoltà del nostro cammino comune”. Dunque, prosegue il Papa, “mia fervida speranza che continueremo a cooperare per trovare modi per promuovere e rafforzare la comunione nel Corpo di Cristo”.
 
Ma la lettera del Pontefice si sofferma anche sul dialogo ecumenico costruito nei decenni precedenti. Il nostro “amato fratello di venerata memoria, Sua Santità Alessio II”, si legge nella lettera di Benedetto XVI, “ha lasciato nel suo popolo una profonda e duratura eredità ecclesiale di rinnovamento e di sviluppo”, grazie alla quale egli riuscì a condurre la Chiesa ortodossa “fuori dal lungo periodo di difficoltà e di sofferenza, sotto un sistema totalitario e ateo, verso una nuova, attiva presenza di servizio nella società odierna”. Il Patriarca Alessio II, osserva ancora il Papa, “ha lavorato assiduamente per l'unità della Chiesa ortodossa russa e per la comunione con le altre Chiese ortodosse”, mantenendo “uno spirito di apertura e di cooperazione con gli altri cristiani, e con la Chiesa cattolica in particolare, per la difesa dei valori cristiani in Europa e nel mondo”. Sono certo - conclude Benedetto XVI rivolgendosi al Patriarca Kirill - che Vostra Santità continuerà a costruire su questa solida base, per il bene del vostro popolo e per il bene di cristiani in tutto il mondo”.

Due sono stati gli argomenti che hanno caratterizzato il discorso di inizio mandato del Patriarca ortodosso, Kirill: i giovani e l’unità della chiesa ortodossa. Una scelta sulla quale Salvatore Sabatino ha chiesto l'opinione di un esperto, l'inviato a Mosca del quotidiano Avvenire, Luigi Geninazzi:RealAudioMP3

R. - Perché è questa la caratteristica del nuovo Patriarca: insistere sulla testimonianza evangelica nella società russa di oggi, che non è poi molto diversa dalle società secolarizzate dell’Occidente. Dall’altro lato, uno dei problemi che è sempre stato a cuore alla Chiesa ortodossa russa è l’unità interna - minacciata da alcune scissioni - ed anche l’unità con le altre Chiese ortodosse. Sul problema della Chiesa ortodossa russa, Kirill ha avuto parole molto chiare: ha detto che bisogna difendere i confini del territorio canonico russo, facendo un accenno alle lacerazioni avvenute in Ucraina e soprattutto alle tensioni aperte con la Chiesa d’Estonia, che si è dichiarata indipendente da Mosca.
 
D. - La lotta contro il secolarismo si annuncia uno dei punti centrali della missione pastorale di Kirill. Quali saranno le prime mosse del nuovo Patriarca in questa direzione?
 
R. - A giudicare da quello che ha fatto nel suo precedente incarico, in seno al Patriarcato di Mosca in questi ultimi 18 anni, senz’altro rafforzerà questa analisi critica sul relativismo - una parola che ha pronunciato anche ieri, nella sua omelia, dopo esser stato intronizzato - e prenderà nuove iniziative. In questo, si trova molto vicino a Benedetto XVI, che ha già incontrato un paio di volte negli ultimi due anni. Quindi, senz’altro, c’è da attendersi una grande sintonia ed una convergenza d’azione in questo senso.
 
D. - Kirill I è già stato definito il “Patriarca del dialogo”. Quali saranno le novità sul fronte delle relazioni con le altre confessioni?
 
R. - Per quanto riguarda il dialogo ecumenico, subito prima del Concilio elettivo, il candidato - poi divenuto il Patriarca Kirill - ha rilasciato dichiarazioni molto caute. Diciamo che la linea sarà sempre la consueta: ci sono dei problemi aperti con le Chiese cristiane d’Occidente - in particolare, per quanto riguarda la Chiesa cattolica - ma, è questa la cosa più importante, il clima è cambiato. Credo che con il nuovo Patriarca questo clima migliorerà ancora, nel senso che i problemi verranno affrontati in uno spirito costruttivo: almeno, questo è l’augurio di tutti ed anche la speranza dei cattolici di Russia.







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