Benedetto XVI al nuovo Patriarca russo, Kirill: rafforziamo il cammino verso la piena
comunione tra cattolici e ortodossi
Una lettera per esprimere la “stima e la vicinanza spirituale” al nuovo Patriarca
di Mosca e di tutte le Russie e ribadire l’auspicio che i “buoni rapporti” di reciproca
accoglienza e di stima tra la Chiesa ortodossa e quella cattolica possano ulteriormente
rafforzarsi, sulla scia di quanto costruito con il Patriarca Alessio II. Sono i concetti
principali che Benedetto XVI esprime nella lettera al nuovo Patriarca ortodosso russo,
Kirill, che ieri ha vissuto l’inizio del suo mandato con la solenne cerimonia di intronizzazione
nella Cattedrale moscovita di Cristo Salvatore. Il servizio di Alessandro De Carolis:
Una lettera
augurale e nel contempo di riconoscimento del lavoro comune svolto finora, che guarda
al futuro con la speranza che il dialogo si rinsaldi ancor più. Benedetto XVI è esplicito
nel rammentare come già in passato, nella veste di presidente del Dipartimento delle
Relazioni esterne della Chiesa ortodossa, il nuovo Patriarca russo, Kirill, abbia
“svolto - scrive - un ruolo importante nel forgiare un rinnovato rapporto tra le nostre
Chiese: un rapporto basato sull’amicizia, la reciproca accettazione e il sincero dialogo,
capace di affrontare le difficoltà del nostro cammino comune”. Dunque, prosegue il
Papa, “mia fervida speranza che continueremo a cooperare per trovare modi per promuovere
e rafforzare la comunione nel Corpo di Cristo”. Ma la lettera
del Pontefice si sofferma anche sul dialogo ecumenico costruito nei decenni precedenti.
Il nostro “amato fratello di venerata memoria, Sua Santità Alessio II”, si legge nella
lettera di Benedetto XVI, “ha lasciato nel suo popolo una profonda e duratura eredità
ecclesiale di rinnovamento e di sviluppo”, grazie alla quale egli riuscì a condurre
la Chiesa ortodossa “fuori dal lungo periodo di difficoltà e di sofferenza, sotto
un sistema totalitario e ateo, verso una nuova, attiva presenza di servizio nella
società odierna”. Il Patriarca Alessio II, osserva ancora il Papa, “ha lavorato assiduamente
per l'unità della Chiesa ortodossa russa e per la comunione con le altre Chiese ortodosse”,
mantenendo “uno spirito di apertura e di cooperazione con gli altri cristiani, e con
la Chiesa cattolica in particolare, per la difesa dei valori cristiani in Europa e
nel mondo”. Sono certo - conclude Benedetto XVI rivolgendosi al Patriarca Kirill -
che Vostra Santità continuerà a costruire su questa solida base, per il bene del vostro
popolo e per il bene di cristiani in tutto il mondo”.
Due sono stati gli
argomenti che hanno caratterizzato il discorso di inizio mandato del Patriarca ortodosso,
Kirill: i giovani e l’unità della chiesa ortodossa. Una scelta sulla quale Salvatore
Sabatino ha chiesto l'opinione di un esperto, l'inviato a Mosca del quotidiano Avvenire,
Luigi Geninazzi:
R. - Perché
è questa la caratteristica del nuovo Patriarca: insistere sulla testimonianza evangelica
nella società russa di oggi, che non è poi molto diversa dalle società secolarizzate
dell’Occidente. Dall’altro lato, uno dei problemi che è sempre stato a cuore alla
Chiesa ortodossa russa è l’unità interna - minacciata da alcune scissioni - ed anche
l’unità con le altre Chiese ortodosse. Sul problema della Chiesa ortodossa russa,
Kirill ha avuto parole molto chiare: ha detto che bisogna difendere i confini del
territorio canonico russo, facendo un accenno alle lacerazioni avvenute in Ucraina
e soprattutto alle tensioni aperte con la Chiesa d’Estonia, che si è dichiarata indipendente
da Mosca. D. - La lotta contro il secolarismo si annuncia uno
dei punti centrali della missione pastorale di Kirill. Quali saranno le prime mosse
del nuovo Patriarca in questa direzione? R. - A giudicare da
quello che ha fatto nel suo precedente incarico, in seno al Patriarcato di Mosca in
questi ultimi 18 anni, senz’altro rafforzerà questa analisi critica sul relativismo
- una parola che ha pronunciato anche ieri, nella sua omelia, dopo esser stato intronizzato
- e prenderà nuove iniziative. In questo, si trova molto vicino a Benedetto XVI, che
ha già incontrato un paio di volte negli ultimi due anni. Quindi, senz’altro, c’è
da attendersi una grande sintonia ed una convergenza d’azione in questo senso. D.
- Kirill I è già stato definito il “Patriarca del dialogo”. Quali saranno le novità
sul fronte delle relazioni con le altre confessioni? R. - Per
quanto riguarda il dialogo ecumenico, subito prima del Concilio elettivo, il candidato
- poi divenuto il Patriarca Kirill - ha rilasciato dichiarazioni molto caute. Diciamo
che la linea sarà sempre la consueta: ci sono dei problemi aperti con le Chiese cristiane
d’Occidente - in particolare, per quanto riguarda la Chiesa cattolica - ma, è questa
la cosa più importante, il clima è cambiato. Credo che con il nuovo Patriarca questo
clima migliorerà ancora, nel senso che i problemi verranno affrontati in uno spirito
costruttivo: almeno, questo è l’augurio di tutti ed anche la speranza dei cattolici
di Russia.