Un islamico moderato eletto nuovo presidente della Somalia
Il parlamento della Somalia, riunito a Gibuti, ha eletto ieri il nuovo presidente.
Si tratta dell’islamico moderato Sheikh Sharif Ahmed. Succede ad Abdullahi Yousuf
Ahmed, dimessosi nel dicembre scorso. Il nuovo capo di Stato ha avuto la meglio sul
figlio del defunto presidente Mohamed Siad Barre, la cui destituzione nel 1991 segnò
l'inizio della lunga guerra civile somala. Il servizio di Giancarlo La Vella:
Obiettivo
primario di Sheikh Sharif Ahmed è quello di riavvicinare le fazioni in conflitto facendo
uscire il Paese dal caos politico e sociale in cui si trova ancora oggi. Una situazione
di totale anarchia, che ha visto prevalere a volte i cosiddetti “signori della guerra”,
a volte le milizie islamiche delle Corti e in cui si sono inserite anche le truppe
etiopiche. Sui compiti del neopresidente, si sofferma Massimo Alberizzi,
esperto di Africa del Corriere della Sera:
"Sicuramente
di cercare di pacificare il Paese. Lui è in mezzo tra la linea laica del vecchio presidente,
Yousuf Abdullahi Yousuf, e quella dura degli islamici fondamentalisti. Ce la farà
a mettere assieme le due forze? Bisogna riuscire a capire se gli altri – che per l’appunto
chiedono invece la repubblica islamica – riusciranno, in qualche modo, ad accordarsi
con Sheikh Sharif Ahmed".
L’uomo del dialogo, quindi,
che dovrà affrontare anche altri problemi, come quello della pirateria, per esempio…
Sì,
però la prima cosa da affrontare è il fatto che, all’interno del Paese, metà o forse
tre quarti della popolazione, è appunto in mano agli islamici che non lo riconoscono.
Non hanno riconosciuto quest’elezione e continuano la loro lotta; poi, adesso, credo
che lui il primo viaggio lo farà in Etiopia, come per dire: “Allora, etiopi, non facciamoci
più la guerra”. Quindi sarà assalito dicendo: “Vedete, questo è un amico degli etiopi,
dobbiamo combatterlo”. C’è anche la questione della pirateria: ci sono una cinquantina
di navi da guerra, che sono già state autorizzate a tutte le operazioni antipirateria,
sia dal vecchio governo somalo sia dalle Nazioni Unite. Però mi pare – proprio un
paio di giorni fa – che è stata risparmiata una nave italiana, ed adesso invece è
stata attaccata e 'catturata' una nave tedesca: mi pare, quindi, che la pirateria
goda di ottima salute.
C’è poi il grave problema
umanitario, che da sempre colpisce il Paese: c’è una speranza di soluzione? Massimo
Alberizzi:
"Tutto è legato alla guerra: le carestie
sono legate alla guerra, c’è il banditismo. Per esempio, le Nazioni Unite ed il World
Food Programme cercano di distribuire cibo, ma poi uccidono gli organizzatorì, perché
in realtà la distribuzione del cibo è un’arma di guerra. I fondamentalisti vogliono
avere il monopolio di questo perché, ovviamente, dietro la distribuzione di cibo,
c’è anche il reclutamento della gente. E' tutto collegato. E’ ovvio, quindi, che sul
cibo si gioca una battaglia più grossa – purtroppo – di quello che è la crisi umanitaria.
Si gioca la battaglia politica tra fondamentalisti e moderati".