Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica
In questa quarta Domenica del Tempo ordinario la liturgia ci presenta il Vangelo in
cui Gesù, entrato di sabato nella sinagoga di Cafàrnao, libera un uomo posseduto da
uno spirito impuro. Gli astanti, presi da timore, si chiedono a vicenda:
«Che
è mai questo? Un insegnaménto nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti
impuri e gli obbediscono!».
Ascoltiamo il commento del teologo, don
Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:
Perché alla
presenza di Gesù gli spiriti immondi, i demòni che avevano preso dimora nell'uomo
erano costretti a manifestarsi? Mai nella storia della salvezza il fenomeno si era
presentato in quella forma e in quelle proporzioni. Gesù è il Santo, come proclama
Maria nel suo Magnificat (Lc 1, 49): la santità di Dio e l'impurità demoniaca non
possono stare insieme. Per questo alla presenza di Cristo quegli esseri immondi e
ribelli non potevano resistere, non potevano né accoglierla né cacciarla. Non potevano
accoglierla perché per far ciò avrebbero dovuto rinunciare alla loro menzogna, non
potevano cacciarla perché Egli è l'Onnipotente in persona e su di Lui non avevano
alcun potere.
Così la rivelazione della santità porta
con sé una rivelazione della realtà maligna e quindi il suo definitivo smascheramento.
Così è anche nella vita personale. Non si può portare in sé lo Spirito di Dio che
è Spirito di «verità», di «comunione», di «santità» e lo spirito di menzogna, di divisione,
di impurità. Dice la Scrittura che la sapienza non abita in un corpo impuro, «schiavo
del peccato» (cf. Sap 1, 4).
E' importante per noi
che la santità di Gesù si dimostri come un unico potere (exousia) che ha due facce:
la purezza della dottrina, cioè, dell'insegnamento, e l'autorità sui demòni. La purezza
dell'intelletto e del giudizio non va senza la purezza di spirito ed entrambe, insieme,
snidano i demòni, li palesano e, in questo modo, iniziano ad esorcizzarli.