Un Convegno storico, un concerto e una mostra celebreranno tra febbraio e maggio gli
80 anni della fondazione della Città del Vaticano
Un Convegno, un concerto e una mostra in cinque sezioni per ripercorrere la lunga
storia precedente e successiva alla nascita dello Stato della Città del Vaticano,
che il prossimo 11 febbraio festeggerà gli 80 anni di fondazione, formalizzati dalla
firma dei Patti Lateranensi del 1929. Le iniziative commemorative sono state presentate
questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede dal cardinale Giovanni Lajolo e
dall’arcivescovo Renato Boccardo, rispettivamente presidente e segretario del Governatorato
della Città del Vaticano. Il servizio di Alessandro De Carolis:
“Quel tanto
di territorio” che ottenga la “sovranità territoriale” “necessaria e dovuta a chi
non può essere suddito di alcuna sovranità terrena”. Le parole di Pio XI sono state
citate più volte questa mattina nella Sala Stampa della Santa Sede per ricordare la
storica firma storica che sancì nel 1929 la nascita dei 44 Kmq. quadrati più celebri
del mondo. Rievocando quei giorni e le affermazioni dell’allora Pontefice, mons. Boccardo
ne ha citato anche questa precisazione:
“’Vero
è che ci sentiamo pure in diritto di dire che quel territorio, che ci siamo riservati
e che ci fu riconosciuto è bensì materialmente piccolo, ma insieme è grande, il più
grande del mondo, da qualunque altro punto di vista lo si contempli! Quando un territorio
può vantare il Colonnato del Bernini, la Cupola di Michelangelo, i tesori di scienza
e di arte contenuti negli archivi e nelle biblioteche, nei musei e nelle gallerie
del Vaticano, quando un territorio copre e custodisce la Tomba del Principe degli
Apostoli, si ha pure il diritto di affermare che non c’è al mondo territorio più grande
e più prezioso’”.
In ottant’anni di storia e
di attività, il “piccolo territorio per una grande missione” - come recita il titolo
del Convegno celebrativo a carattere storico che riunirà in Vaticano nomi illustri
dal 12 al 14 febbraio - ha svolto bene la funzione per la quale si impegnò in prima
persona Papa Ratti. Lo ha ribadito ai giornalisti presenti il cardinale Lajolo:
“Lo
Stato della Città del Vaticano ha tutto il suo senso nel dare alla Santa Sede un appoggio
per essere sicura dal punto di vista – de facto e di diritto – nella sua libertà e
nella sua indipendenza, ed è servito in realtà a questo, come si è visto, dalla fondazione
fino ad oggi: assicurare l’indipendenza e la libertà del Papa da qualsiasi potere
politico. Il Papa non è soggetto a nessun potere politico”. Quando
lo Stato italiano e quello nascente del Vaticano, nella sua veste attuale, stabilirono
80 anni fa il loro mutuo riconoscimento, i Patti Lateranensi si posero dunque come
spartiacque tra un’epoca millenaria e la successiva che ha caratterizzato la presenza
della Santa Sede nel consesso internazionale del Novecento fino ad oggi. Proprio quella
storia viene raccontata dalla ricca esposizione - intitolata “1929-2009 - Ottanta
anni dello Stato della Città del Vaticano'' - allestita nel Braccio di Carlo
Magno per iniziativa del Governatorato della Città del Vaticano e curata in prima
persona dalla dott.ssa Barbara Jatta, della Biblioteca Apostolica Vaticana.
“Icona”
della Mostra - che sarà aperta al pubblico dal 12 febbraio al 10 maggio prossimi -
è il grande plastico in legno di betulla che riproduce l’intera Città del Vaticano
in tutti gli edifici che oggi la compongono. Ma per rivisitarne la struttura anteriore
al ’29, la prima delle cinque sezioni della mostra espone antiche stampe del XVI e
del XVII secolo, che mostrano l’antica topografia del Vaticano e le modifiche urbanistiche
dei periodi successivi. La seconda sezione è dedicata - con preziosi cimeli - a Pio
XI, sotto il cui Pontificato si arrivò alla firma dei Patti, ai quali è invece dedicata
la terza sezione della Mostra: in particolare, oltre a vari documenti preparatori,
sarà visibile per la prima volta, il documento originale del Trattato, conservato
nell’Archivio segreto vaticano. La quarta sezione descrive la costruzione del nuovo
Stato che Pio XI affidò ai progetti - esposti alla Mostra - dell’architetto piemontese
Giuseppe Momo e dall’impresa dell’ingegnere Leone Castelli. Risale per l’appunto agli
Anni Trenta la maggior parte degli edifici e delle infrastrutture che garantiscono
l’autonomia della Città del Vaticano: dal Governatorato al Tribunale, dalla Stazione
ferroviaria all’autoparco, dalla Radio alle Poste, senza contare i celeberrimi Musei.
La quinta e ultima sezione - Gli altri pontificati - descrive il periodo che intercorre
tra la fine del pontificato di Pio XI (1939) e i nostri giorni e tratteggia i Papi
che si sono succeduti esponendone un ritratto proveniente dai Musei Vaticani.
Sollecitato
dai giornalisti, il cardinale Lajolo ha affrontato il tema dell’accesso ai Musei Vaticani,
spesso caratterizzato dalle lunghe code che i visitatori devono affrontare prima di
entrarvi. Il presidente del Governatorato ha spiegato che tra i progetti valutati
negli ultimi tempi insieme con il Comune di Roma il più accreditato ad essere posto
in opera riguarda l’allargamento e la dotazione di punti di sosta e ristoro dei marciapiedi
che conducono ai Musei. Quindi, il porporato è tornato sulla questione della ricezione
delle leggi italiane nell’ordinamento vaticano, in particolare sulla filosofia di
base che ne esclude l’automatico ricevimento: “Questo
non ha nulla a che vedere con un senso di minore valutazione della legislazione italiana.
Beninteso: ci sono delle leggi italiane che la Chiesa non considererà mai come leggi
giuste o tollerabili. Per esempio, quelle riguardanti il divorzio o l’aborto, tanto
per dirne una. Questa è la valutazione morale che dà la Chiesa (…) E guai se la Santa
Sede dovesse dire: tutte le leggi, perché sono legalmente accettate da uno Stato,
sono accettabili per la Santa Sede”.
Tra le numerose
domande rivolte ai relatori in Sala Stampa, una ha riguardato i confini dello Stato
vaticano, in particolare su quella porzione di territorio che oggi comprende l’Aula
Paolo VI, sulla quale vige l’extraterritorialità. Mons. Boccardo ne ha rivelato una
curiosità:
“Quando negli Anni Settanta, con il
Pontificato di Paolo VI, si volle costruire l’Aula delle Udienze - chiamata allora
Aula Nervi e oggi Aula Paolo VI - si volle avere l’accortezza di far stare il Papa
in Vaticano. In altre parole: la parte dell’Aula Paolo VI dove ha sede il trono pontificio,
da dove il Papa tiene l’udienza, è territorio vaticano, mentre invece appena scesi
i gradini del palco, quello è extraterritoriale”.
E
l'Aula Paolo VI sarà teatro, il 12 febbraio prossimo alle 17, del Concerto commemorativo
per l'80.mo con la presenza dell'"Our Lady's Choral Society" della Cattedrale di Dublino
e della RTE Concert Orchestra di Dublino, che eseguiranno l'oratorio di Haendel "Il
Messia". Da sottolineare infine, nella realizzazione della Mostra, la collaborazione
offerta dall’Acea, l’azienda comunale elettricità e acqua di Roma, partner principale
e di antica data della Santa Sede. Tra i molti interventi già svolti in convenzione
con il Vaticano, e altri di prossima realizzazione, il presidente dell'Azienda, Giancarlo
Cremonesi, ha annunciato la realizzazione di una nuova illuminazione delle 284 colonne,
delle 140 statue e dei 1.150 metri di balaustra del Colonnato del Bernini con un sistema
tecnologicamente avanzato e in linea con le esigenze attuali di risparmio energetico.