2009-01-30 15:39:26

Numerosi appelli per la pacificazione in Sri Lanka


“Siamo profondamente addolorati per il silenzio della comunità internazionale e delle organizzazioni umanitarie mondiali riguardo all’enorme tragedia che si perpetra a Vanni, nello Sri Lanka. Questo silenzio sarà rotto forse solo dopo il totale annientamento dei Tamil di questa zona?” È questo l’accorato appello lanciato dalla commissione Giustizia e Pace della diocesi cattolica di Jaffna, alla fine della manifestazione di protesta svoltasi due giorni fa davanti alla chiesa di Santa Maria della città e guidata dal vescovo locale, mons. Thomas Saundaranayagam. “Negli ultimi 10 giorni - si legge nel testo dell’appello - più di 400 Tamil innocenti, residenti a Vanni, sono stati uccisi e più di 1.400 sono rimasti feriti, a causa della guerra tra le forze governative e i ribelli delle Tigri Tamil”. Uno scenario desolante nel quale si inserisce la carenza di medicinali, l’impossibilità di trasportare i feriti negli ospedali e di dare sepoltura ai morti, a causa dei continui raid aerei. Ribadendo con forza la loro totale opposizione alla guerra, i presuli di Jaffna ricordano, quindi, la necessità di “fare pressione sulle parti coinvolte nel conflitto per porre fine alla tragedia umanitaria che dilaga a Vanni” e si appellano sia al governo che ai ribelli delle Tigri Tamil perché pongano fine alle ostilità e trovino una soluzione politica attraverso il dialogo e i negoziati. All’agenzia Sir, Jehan Perera, responsabile del National Peace Council, organizzazione che coordina diverse iniziative di pace e dialogo, ha sottolineato il ruolo dei cristiani che hanno contrastato “la propaganda e le falsità diffuse sia da governo sia dalle Tigri Tamil”. Perera ha anche evidenziato il lavoro dei cristiani per una soluzione equa del conflitto “che vada incontro alle preoccupazioni di tutti i settori della società”. Il responsabile ha anche chiesto un cessate-il-fuoco ed ha invitato i leader di altre fedi ad impegnarsi “per i valori religiosi di pace, verità, giustizia e riconciliazione”. (B.C.)







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